martedì 10 marzo 2009

Palazzo Nuovo: la polizia carica gli antifascisti nell'atrio


Che cosa capita a Palazzo Nuovo?

Capita che una mattina, mentre stai andando a lezione, magari sei in ritardo e ti precipiti sulle scalinate grigie dell'ancor più grigio edificio, trovi tanta, tanta, tantissima polizia. Che ti dice che non puoi entrare. Come non posso entrare? E' per il tuo bene, ti dicono loro. E tu capisci: di nuovo. Ma ancora, cavolo? Eh già. Le elezioni universitarie sono vicine, è tempo di campagna elettorale per tutti. Anche per il FUAN.

Che cos'è il FUAN? E' la giovanile di Alleanza Nazionale. Niente di male fino a qui. Possiamo riconoscerci o meno in quel partito, ma non possiamo trovarvi nulla di anticostituzionale o eversivo. Se non fosse che. Se non fosse che il sito del FUAN (www.ilfronte.org) dà un'immagine un tantino diversa di questo gruppo (fra l'altro iscritto all'albo delle associazioni studentesche, e con regolari rappresentanti eletti negli organi accademici). Un'immagine anzitutto nera, cupa. Lo sfondo nero con croci celtiche fiammeggianti non è affatto di buon auspicio. E affermazioni come "non mi sento di definire il fascismo un brutto periodo" o un "male assoluto" ci confermano che qualcosa non torna. Anche con il sito di Azione Giovani Torino qualcosa non torna: perchè la "o" di torino è una croce celtica?

Insomma, il valore fondante della nostra democrazia è senza dubbio l'antifascismo. Questo vuol dire che forse gruppi che si richiamano a valori o simboli fascisti non dovrebbero essere riconosciuti dalle istituzioni, non dovrebbero avere legittimamente accesso alle elezioni universitarie. Ma al tempo stesso non vuol dire che non possano parlare o esprimere le proprie idee. Tutto sta nella forza dell'antifascismo culturale, capace di contrapporsi con intelligenza alla stupidità dell'ideologia fascista.

Contrapporsi con intelligenza significa essere pronti, quando gruppi di questo genere fanno propaganda in università, a fare una "propaganda" alternativa, con contenuti e metodi democratici, che non si limiti a gridare "fuori i fascisti dall'università" ma vada a decostruire il terreno su cui le croci celtiche si innestano. Che vada a "sbugiardare" chiaramente l'identità anticostituzionale e antidemocratica di questi gruppi. In maniera civile e non violenta.

E' difficile pensare a un antifascismo di questo genere: un antifascismo che sia solamente culturale, che non viva di slogan o di verità precostituite, ma che sia ricerca continua e sia continua e pacifica opposizione a idee morte, idee che non hanno alcuna legittimità.

E quindi eccoci qui: eccoci a cercare un varco tra la polizia per entrare a Palazzo Nuovo. E poi però le uova. Le uova contro i fascisti, gesto fisico e simbolico, provocatorio, ma non violento. E dopo le uova? Le cariche. Sì, checchè ne dicano i giornali le cariche della polizia sono partite dal lancio di uova, e non da quello di presunte bombe carta (una al massimo, e non 3 come dice la stampa, e poi lanciata da chi?). Nè dal tentativo della polizia di allontanare i due blocchi di studenti, fascisti e antifascisti, dallo scontro: la carica è partita dalla polizia, i due blocchi di studenti non si stavano scontrando, essendo separati da un cordone di forze dell'ordine, appunto.

Il risultato? Un po' di sangue nell'atrio, studenti sconvolti, coinvolti magari per caso, magari perchè stavano uscendo da lezione, nella logica perversa della violenza per mantenere l'ordine pubblico, che poche uova però non possono compromettere. E il risultato è anche che la violenza, come sempre, sfugge al controllo di chi la perpetra, divenendo strumento di sopraffazione, in cui vince soltanto il più forte, quello con la corazza più dura, quello col manganello più grosso, quello con lo scudo più resistente.

E' davvero questo lo stato di diritto? E però: è davvero questo l'antifascismo che vogliamo, un antifascismo che lancia uova e continua a ripetere "fuori i fascisti dall'università"?

I fascisti all'Università ci sono. Punto e basta. Vogliamo continuare a pensare che basti questo o vogliamo combatterli in un altro modo, mettendo alla gogna pacificamente, con la gioia della democrazia e la forza delle nostre idee (e non dei nostri muscoli) idee che la storia ha dimostrato insostenibili?

Margherita Baldarelli

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