domenica 30 novembre 2008

Assemblea di Occupazione: martedì 2 Dicembre ore 18.30 Aula 5 - si va avanti a oltranza


E' convocata in data

Martedì 2 Dicembre 2008

in Aula 5

dalle ore 18.30 in poi
(si va avanti a oltranza anche fino alle 3.00!)

l'Assemblea di Occupazione
delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria

per: informarci, aggiornarci, discutere e decidere le prossime iniziative




ODG:

1. Comunicazioni dei Rappresentanti degli Studenti.

2. Comunicato in merito alla morte di Vito al Liceo Darwin di Rivoli.

3. Aggiornamento Occupazione del Campus di Grugliasco: partecipazione, logistiche, visibilità.

4. Aggiornamento Gruppi di lavoro: Gruppo Cittadinanza, Gruppo Stampa, Gruppo Seminari in Metro - contenuti, modalità, obiettivi, mezzi, tempi.

5. Finanze e rimborsi.

6. Aggiornamento Assemblea No Gelmini.

7. Corteo del 6 Dicembre con Thyssenkrupp, studenti medi e NO TAV.

8. Corteo del 12 Dicembre - Sciopero Generale.

9. Cantiere dell'Onda - Gruppo Sostenibilità Ambientale.

10. Proposta "Orizzonte degli Eventi" - periodico informativo degli studenti in occupazione nel Campus di Grugliasco.

11. Proposta Albero di Natale da posizionare nell'atrio con addobbi informativi e a tema di mobilitazione.

12. Proposta "Agraria Porte Aperte" - la Facoltà si apre alla cittadinanza.

13. Proposta di gemellaggio con i Collettivi di Scienze a Fisica occupata.

14. Proposta di gemellaggio con il Collettivo Bonobo e il Collettivo di Giurisprudenza all'Einaudi occupata.

15. Proposta di gemellaggio con il Collettivo di Lingue e il Collettivo DAMS a Palazzo Nuovo occupato.

16. Varie ed eventuali.


L'Assemblea andrà avanti a oltranza per tutta la notte fino alla fine della discussione.


Collettivo IL FAGGIO & NUOVAMENTE VETERINARIA


.

sabato 29 novembre 2008

Video del 28 Novembre a Torino - La polizia manganella gli studenti

IL VIDEO DI GEMMA, LA NOSTRA VIDEOMAKER DI FIDUCIA:


IL VIDEO DEL COLLETTIVO DAMS & MULTIDAMS (1° parte)


IL VIDEO DEL COLLETTIVO DAMS & MULTIDAMS (2° parte)

giovedì 27 novembre 2008

Lettera dei NO TAV e i NO DAL MOLIN agli studenti in mobilitazione!


Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l’Università


Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l’oggi di se stesso e il domani di tanti altri.
Siamo donne e uomini di Vicenza, della Val di Susa e di tante altre realtà riunite nel Patto di Mutuo Soccorso mobilitate in maniera permanente per difendere la nostra terra e la nostra acqua, le nostre città, le nostre valli e il nostro futuro: che si tratti di nuove basi militari, di nuove linee ad alta velocità, di nuove discariche e nuovi inceneritori, di sorgenti svendute al miglior offerente o di quant’altro poco cambia: beni comuni sottratti alla collettività, spazi di democrazia cancellati.

In questi anni abbiamo imparato a guardarci intorno, a conoscere e interrogare. Vogliamo capire e imparare, costruire e creare. Come voi ci riuniamo in assemblea. Come voi cerchiamo di valorizzare la nostra creatività e la nostra diversità. Come voi difendiamo beni comuni che i governi vorrebbero sottrarci: l’accesso ai saperi per regalarlo ai profitti dei privati, il territorio per svenderlo ai militari statunitensi o al partito del tondino e del cemento, l’acqua per consentire nuovi enormi profitti alle grandi multinazionali. Come voi puntiamo sulla forza della ragione e della verità e pratichiamo metodi di lotta pacifici.

Nella nostra mobilitazione abbiamo conosciuto l’utilizzo distorto delle informazioni e delle conoscenze; ci vorrebbero disinformati e ignoranti per imporci scelte devastanti a nostra insaputa. Difendere l’accesso ai saperi e l’istruzione, allora, significa difendere la possibilità di ognuno di noi a opporsi e indignarsi di fronte alle tante imposizioni quotidiane ai danni delle donne e degli uomini che vivono le nostre città, le nostre campagne, le nostre valli e le nostre montagne.

Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città e come un’onda travolgere silenzi compiacenti e sguardi indifferenti. La vostra onda incrocia le nostre onde, le risorse che vogliono sottrarre alla scuola e all’università vorrebbero utilizzarle per nuove devastanti grandi opere inutili e dannose; difendere la scuola pubblica da questo ennesimo tentativo di scippo è il vostro e anche il nostro obiettivo, la vostra resistenza rafforza le nostre resistenze e viceversa. Le nostre onde seguono la stessa rotta: quella che ha come meta la difesa dei beni comuni, della partecipazione e della democrazia.
Il futuro è nelle nostre mani.

6 Novembre 2008

Presidio permanente No Dal Molin
NOTAV Valle di Susa

martedì 25 novembre 2008

Video dell'Assemblea Nazionale a Roma - La sapienza - 15 e 16 Novembre 2008

VIDEO 1


VIDEO 2


VIDEO 3



L'ONDA STA PORTANDO UNA GIGANTESCA MAREGGIATA DI DEMOCRAZIA!

lunedì 24 novembre 2008

L'A.N.P.I. si schiera al nostro fianco: ora e sempre RESISTENZA!



I PARTIGIANI DELL'A.N.P.I. APPOGGIANO UFFICIALMENTE LA PROTESTA DEGLI STUDENTI INDIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA!!!!
LEGGIAMOCI LA MOZIONE IN ALLEGATO E FACCIAMOLA GIRARE!



Carissimi,

vi inoltro la mozione sul diritto all'istruzione a sostegno delle lotte di
studenti, genitori e lavoratori, che abbiamo presentato come Comitato

Provinciale Torinese dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia al
nostro Consiglio Nazionale tenutosi sabato e domenica scorsi a Cervia e che
è stata recepita.

Vi chiedo di divulgarla ovunque potete. Qualora vi siano situazioni (come

assemblee e incontri pubblici) dove sia gradita la nostra presenza per
presentarla, contattatemi pure. Allo stesso modo sono a disposizione degli
amici giornalisti per eventuali articoli.


Mauro Sonzini
Comitato Provinciale ANPI di Torino




ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
Comitato Provinciale di Torino

MOZIONE SUL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE


PRESO ATTO
che nel nostro Paese sono in essere vibrate e diffuse proteste concernanti le leggi e i decreti che il governo Berlusconi ha avviato nel proposito di riformare la pubblica istruzione in ogni ordine e grado;

RICORDANDO
che fu precisa intenzione dei partigiani che, nella nuova Italia scaturita dall’impegno e dagli sforzi di un’intera popolazione costati un ventennio di costrizioni fasciste e cinque anni di drammatiche sconfitte, il diritto ad un’istruzione libera e pubblica fosse garantito a tutti i cittadini come basilare strumento di emancipazione civile e sociale, capace di produrre cultura, benessere e democrazia, e come miglior antidoto all’insorgere di ignoranze, odii, discriminazioni e guerre;

CONSTATANDO
che, a causa dell’inadeguatezza di diverse generazioni di dirigenze politiche, da ormai troppi anni il Sistema Italia, pur ricco di innumerevoli risorse naturalistiche e culturali, nonché di formidabili ca-pacità creative e di un incomparabile stile di vita, sta incredibilmente segnando il passo e che, per contro, solo il convinto e rinnovato impulso alla ricerca e alla conoscenza può offrirci di cogliere l’indispensabile opportunità di rilancio;

DICHIARANDO
che i tagli all’istruzione e alla ricerca, l’accorpamento e la soppressione dei plessi scolastici, le riduzioni di organico, la rimozione del tempo pieno, il ripristino del maestro unico, la privatizzazione delle università, financo l’introduzione di classi differenziate e la reintroduzione del grembiule obbligatorio, sono misure che, complicandone l’accesso, da un lato rendono più difficile la conoscenza e la pratica delle libertà e della democrazia mentre, dall’altro, si dimostrano particolarmente nefasti per il rilancio della nostra cultura e della nostra economia


IL CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ANPI

RIUNITO A CERVIA IL 15 E 16 NOVEMBRE 2008

ESPRIME
pieno sostegno e solidarità agli studenti, ai genitori, ai lavoratori docenti e non docenti, e ai pubblici amministratori impegnati a fondo nella lotta contro i tentativi di riforma Gelmini


E CHIEDE CON DETERMINAZIONE
al governo il ritiro dei provvedimenti, al Presidente della Repubblica l’attuazione di tutte le procedure per il blocco dell’iter amministrativo delle stesse, e agli organi interni dell’associazione la massima diffusione e attuazione di questa presa di posizione.


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giovedì 20 novembre 2008

GRUPPO METRO LUNEDI' 24

Lunedì 24 novembre 2008 alle ore 11.00 a palazzo
nuovo è nuovamente convocato l'incontro del gruppo di lavoro di
interfacoltà che si occupa dell'iniziativa in metropolitana.

Questa consiste in un sit-in in metropolitana che non blocchi
l'accesso ad essa. Secondo l'idea iniziale è prevista un'assemblea
divulgativa comune a tutte le facoltà, accompagnata dalle iniziative
che i diversi collettivi decideranno di proporre nei singoli vagoni
(da ciò che è venuto fuori fin'ora spaziano dalla giocoleria alla
lettura di alcuni passi, come proposto da alcuni studenti di lettere,
al dibattito etc etc).

Nella riunione verranno discussi i temi dell'organizzazone generale
dell'evento, del coordinamento fra collettivi e si cercherà di fissare
una data, per cominciare a definire una proposta da portare
successivamente a votazione.
Per organizzarci meglio nelle comunicazioni chiedo gentilmente ad ogni
collettivo che non l'avesse ancora fatto di mandarmi i contatti di 1 o
2 referenti disponibili a collaborare per quest'iniziativa.

Per favore, fatemi sapere al più presto se riuscite a venire o meno.
Per qualsiasi problema o domanda scrivete pure a questo indirizzo
doc278@hotmail.com .
Ciao, Federico.

mercoledì 19 novembre 2008

Nuovo orario assemblea no Gelmini

L'ASSEMBLEA NO GELMINI SARA' GIOVEDI' 20 NOVEMBRE ALLE ORE 19.00 ALL'INTERNO DEL PALAZZO DELLE AULE DI AGRARIA E VETERINARIA.

A SEGUIRE POLENTA, VIN BRULE' E MUSICA!!!

Contributo per la cena €3!

Dopo la cena sarà possibile, per chi vuole, dormire all'interno della Facoltà occupata.

CONTRORDINE CONVOCAZIONE DEFINITIVA DELL'ASSEMBLEA NO GELMINI DOMANI ORE 19.00 NELL'ATRIO DEL PALAZZO DELLE AULE A GRUGLIASCO!!!!

-----------IMPORTANTE ESSERCI!!!------------

ASSEMBLEA NOGELMINI E FESTA VENERDI' E NON GIOVEDI'

SI,
LO SO'!
VENERDI' DI SOLITO AD AGRARIA E' UNA GIORNATA CHE FINISCE PRESTO,
CHI DEVE TORNARE A CASA, MALGRADO L'OCCUPAZIONE CHE COTINUA,
CHI NON C'E' LA FA' PIU' A VEDERE LA FOSCHIA DELL'AUTUNNO GRUGLIASCHESE,
MA VENERDI' 21
FACCIAMO
TUTTI
UN' ECCEZIONE
RAGAZZI!!!!

IL FITTO CALENDARIO DEL POMERIGGIO INIZIA CON L'ATTESISSIMA PRIMA INIZIATIVA DEL
PROGETTO SU BOSCO DIFFUSO ECO-MEMORIA DEI DIRITTI UMANI!!!
ORE 15.00, AULA D, ORGANIZZATA DAI RAGAZZI DEL GAL21,
INCONTRO E DISCUSSIONE SU: "MAPUCHE , GLI UOMINI DELLA TERRA: IL LENTO GENOCIDIO"
OSPITE IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE ARAUKO ITALIA E A SEGUITO MESSA A DIMORA DEI PRIMI ALBERI NEL COMPRENSORIO.


POI ALLE 17.00,
FINALMENTE COME PROMESSO
OSPITIAMO

L'ASSEMBLEA NO GELMINI
,
ASSEMBLEA PLENARIA DI TUTTI GLI STUDENTI DELL'UNIVERSITA' DI TORINO IN MOBILITAZIONE
CONTRO I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO CHE DANNEGGIANO L'UNIVERSITA' PUBBLICA E GLI STUDENTI IN PARTICOLARE,
ALL'ORDINE DEL GIORNO COME CONTINUARE,
IN MODO PROPOSITIVO E COMPATIBILE CON I NOSTRI IMPEGNI DI STUDENTI, LA MOBILITAZIONE DEGLI STUDENTI DOPO LA PARTECIPATISSIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DI ROMA DEL 15-16 NOVEMBRE?
GLI STUDENTI DI TUTT'ITALIA SI SONO LASCIATI DOPO DUE GIORNI DI CONFRONTO CON MOLTE IDEE E UN NUOVO APPUNTAMENTO NAZIONALE,
LO SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE.

INSOMMA PER UNA VOLTA, SPERIAMO NON L'ULTIMA,
ABBIAMO IN CASA L'ASSEMBLEA CHE RAPPRESENTA TUTTI NOI E IN CUI OGNI STUDENTE PUO' RAPPRESENTARE SE STESSO!
INVECE CHE DOVER CORRERE IN CENTRO PER AVERE UNA VOCE,

VOGLIAMO MANCARE ???
ACCORRETE NUMEROSI!!!


POI VISTO CHE DI POLENTA DELLA SPETTACOLARE
FESTA DI FINE ANNO AGRARIO NE E' AVANZATA,
E CHE I NOSTRI COLLEGHI DI TUTTE LE FACOLTA' CI VENGONO A TROVARE....PERCHE' NON FARE IL BIS?!?

A SEGUIRE,

FESTA CON
POLENTA E VINO
(CONTRIBUTO 3 EURO)
E MUSICA,
ANCHE A LIBERA INIZIATIVA, INSOMMA, SE VOLETE, PORTATEVI GLI STRUMENTI!!


A ROMA SOTTO MONTECITORIO, PACIFICAMENTE OVVIO!

Moni Ovadia



Le battaglie si vincono con la politica.
La guerra si vince con la cultura.

Moni Ovadia

martedì 18 novembre 2008

IL FAGGIO sul periodico dei Collettivi di Torino: IRRIDUCIBILI!


L'ORIZZONTE DEGLI EVENTI
Opuscolo d'Informazione Ostinata dei Collettivi Universitari di Torino
18 Novembre 2008 - numero 3 - pagina 4

La protesta irriducibile al Campus di Grugliasco
Agraria e Veterinaria in occupazione da più di un mese


Grugliasco, 9 Novembre 2008.

Siamo gli studenti delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino e dal 7 Ottobre (sono 34 giorni ad oggi!) occupiamo il Campus di Grugliasco sotto forma di campeggio per protestare contro i provvedimenti della Legge 133/08 e difendere l’Università pubblica e la meritocrazia. Ci siamo inventati questa piccola città di circa 40 tende, per presidiare democraticamente la nostra Facoltà, il nostro territorio, e abitarlo come cittadini: siamo qui tutti i giorni, a turno, anche sabato e domenica. Dalle sei, quando terminano le lezioni ufficiali, qui si accende il fuoco, si tengono assemblee, seminari, si organizzano lezioni in piazza, si discute e poi si cucina per tutti e si fa anche festa, perché non si resiste senza un po' di allegria. Proprio perché stiamo difendendo l’Università pubblica, abbiamo deciso di mettere una sola bandiera al campeggio: la bandiera italiana, il nostro tricolore nazionale, in modo da evitare qualsiasi strumentalizzazione. La nostra mobilitazione ha riscosso grande partecipazione tra gli studenti e il totale appoggio da parte dei Presidi e dei docenti, in quanto noi non blocchiamo le lezioni (perché privarci proprio il diritto allo studio per cui vogliamo lottare? al mattino chi esce dalle tende va a lezione!). Stiamo documentando tutto quanto, tra comunicati, foto, giornali e video, perché pensiamo che questa esperienza sia da trasmettere anche alle future generazioni di studenti, in quanto ci stiamo battendo anche per il loro diritto allo studio e non solo per il nostro. Abbiamo anche preso contatto con alcune scuole superiori di Grugliasco e inoltre vogliamo incontrare gli operai della Bertone e dell’Abit, in modo da provare a costruire quella coscienza di rete che, sostituita alla coscienza di classe del secolo scorso, permetterà al movimento di durare a lungo termine e mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo al mondo dell’istruzione e rispondere adeguatamente (con la cultura!) all’attacco di chi vuole smantellare lo Stato. Gli attacchi che riceviamo in questi giorni ci scivolano addosso come la pioggia dei giorni scorsi: tutti sanno che il nostro è un movimento libero, accanitamente e irriducibilmente libero da qualsiasi ingerenza partitica, confessionale o d’interesse personale e resterà tale contro chiunque fosse di diverso avviso. Questo movimento non appartiene solo a noi universitari, ma a tutta la società civile, perché quella che stiamo combattendo è una grande, doverosa battaglia civile per difendere i diritti di tutti! La cultura è un bene comune, non una merce da pagare a caro prezzo. Lo vogliamo ribadire per chi ancora avesse dubbi: è finito il tempo delle analisi, non fare nulla significa essere complici di chi sta smantellando la pubblica istruzione, dobbiamo reagire tutti uniti!! Per noi studenti di Agraria e Medicina Veterinaria, questo si concretizza presidiando le nostre sedi e avviando un serio, approfondito e permanente dibattito sulla scuola e sull’istruzione con tutte le componenti chiamate in causa, affinché la scuola resti libera, pubblica e statale come sancito dalla Costituzione.

Fulvio Grandinetti

Rappresentante degli Studenti delle Facoltà di Agraria - Collettivo IL FAGGIO

www.ilfaggiounito.blogspot.com

L'occupazione continua...

Il collettivo di Agraria e Medicina Veterinaria ha deciso di continuare l'occupazione, sotto forma di presidio, diviso in gruppi di lavoro. Questi presidieranno la facoltà a turno e contemporaneamente lavoreranno su degli argomenti specifici:
- gruppo cittadinanza (contatti con popolazione, operai, studenti medi, progetto "coltiviamo la costituzione") ->
coordinatore: Gabriele, cell. 392.5721809

- gruppo stampa (informazione inter-intrafacoltà, etc) ->
coordinatore: Mara, cell. 338.6392415

- gruppo organizzazione seminari in metro ->
coordinatore: Luca, cell. 349.0533197

- gruppo leggi (l.133 e varie) -> coordinatore da definire
- gruppi di studio

Chi volesse partecipare, è invitato a comunicarlo ai coordinatori.

Ricordiamo che l'occupazione non è più in campeggio ma nell'atrio al primo piano!!!

Senato Accademico allargato del 13 Novembre: il dibattito prosegue in Senato Studenti

Gent.mi,
prego voler prendere visione di questa mozione sui fatti accaduti nella Conferenza di Ateneo di ieri pomeriggio. Ci sembra che le dichiarazioni rilasciate costringano il Senato degli Studenti a prendere posizione su tali fatti.

Cordiali Saluti

A.B.


Torino, 14 novembre 2008

Oggetto: mozione del Senato Studenti in relazione alla Conferenza d'Ateneo del 13 novembre 2008.

Il 13 novembre 2008 si è tenuta la Conferenza d'Ateneo in cui sono intervenuti alcuni studenti, in relazione alla L. 133 e alle forme di protesta che si sono originate contro questo provvedimento normativo.
Uno studente, coordinatore dell'Assemblea No-Gelmini, ha chiesto di essere considerato l'unico interlocutore delle istituzioni accademiche per quel che riguarda i contenuti sull'Università della legge.

La neopresidente del Senato degli Studenti Alice Arena ha affermato che l'Organo dell'Ateneo rappresentativo della componente studentesca è quello eletto democraticamente con elezioni regolari: il Senato degli Studenti. Nessuno può auto-nominarsi rappresentante degli studenti.
In seguito è stata data lettura della mozione approvata in Senato Studenti, frutto di un confronto nel merito delle questioni, nella più ampia consapevolezza del ruolo dell'Organo.
Alice Arena ha dimostrato grande coraggio nell'affrontare la situazione senza farsi intimorire dalle minacce di una minoranza ed è stata l'unica a rappresentare veramente la componente studentesca.

Pertanto esprimiamo la più grande stima e unità nei confronti della Presidente Alice Arena e di tutti coloro che difendono la democrazia e le sue Istituzioni. Chiediamo al Senato Studenti di esprimersi attraverso un voto su questa mozione.

Alberto Biasco
Capogruppo di Obiettivo Studenti



15 Novembre 2008

Buongiorno Senato Studenti!

Rispondo un po' esaurientemente in quanto:
- ciò che è stato scritto mi vede chiamato in causa direttamente
- si sta facendo un po' di confusione.
Inizio dicendo una cosa che ripeto fin dall'inizio del nostro mandato: le questioni personali lasciamole fuori dalle istituzioni, che siamo stati eletti per rappresentare i nostri colleghi, non per fare i cazzi nostri.

Il 13 al Senato Accademico io c'ero: ho visto e ascoltato sia Davide Grasso (portavoce e non coordinatore! Poteva esserci Leonard di Unilibera o io del Faggio al suo posto) per l'Assemblea No Gelmini che Alice Arena per il Senato degli Studenti.
Non ho scorto contrapposizione tra i due interventi, anche perché erano intesi con finalità differenti da organizzazioni differenti: un movimento il primo, un'istituzione il secondo.
Davide Grasso ha esposto le richieste dell'Assemblea No Gelmini: tra le tante (ognuna frutto di settimane di discussione e mediazione tra le varie componenti) c'era anche quella che diceva "riconoscere come interlocutore esclusivo della mobilitazione della componente studentesca l'Assemblea No Gelmini".
Alice Arena ha letto la mozione del Senato Studenti spiegando perché non fosse stata votata all'unanimità ma solo a maggioranza.

Per me, le due cose non sono contrapposte e anzi si completano, e ne spiego il motivo dal mio punto di vista: io siedo in Senato Studenti, massimo organo di rappresentanza studentesca, faccio parte della No Gelmini attraverso il mio collettivo e concilio le due cose molto bene, perché vivo entrambi questi impegni (uno istituzionale, l'altro di culturale-politico) come due facce dello stesso mondo, ovvero la difesa dei diritti degli studenti e il coordinamento delle azioni di protesta/proposta da portare avanti contro i provvedimenti del governo che disintegrano l'Università pubblica e trasformano la cultura e il libero sapere da bene comune a merce.
Non sono il solo a comportarmi così, a vivere le cose in questo modo, proprio perché non è una questione mia personale quanto invece una necessità collettiva.
Il movimento farebbe un bel salto di qualità se anche noi senatori ci impegnassimo al suo interno attraverso i collettivi delle nostre singole Facoltà, abbiamo informazioni e abbiamo maturato abbastanza esperienza da essere utili, utilissimi a tutti gli studenti che in questi mesi stanno lottando, e penso che potremmo essere determinanti nel perseguimento degli obiettivi, oltre che nel contatto con le varie componenti degli organi collegiali.

Invito tutti i senatori degli studenti a prendere parte alla mobilitazione molto più attivamente rispetto a quanto fatto fino ad oggi: io continuerò a difendere il movimento e il Senato degli Studenti allo stesso modo, perché credo profondamente nel ruolo che entrambi hanno all'Università.

Movimento studentesco (del quale l'Assembla No Gelmini è solo uno strumento, non un fine!) e istituzione (Senato Studenti) non sono contrapposti, come tu Alberto vorresti che fosse portando al voto quella mozione, perché è questo l'unico intento che io vedo da parte tua e dei tuoi colleghi ciellini: muovere guerra al movimento attraverso il Senato Studenti (istituzione), facendo leva sulle questioni personali che legano alcuni esponenti del movimento ad alcuni senatori.
Per farti un altro esempio, Alberto: l'occupazione del Campus di Grugliasco è avvenuta fin dal primo giorno sventolando una sola bandiera, quella italiana, proprio per far capire che noi studenti non vogliamo essere strumentalizzati da alcun partito, ma siamo in sintonia con le istituzioni, ne siamo parte integrante, anche senza cariche istituzionali: noi siamo lo Stato, noi siamo l'Università, non chi viene votato e poi non fa un cazzo a parte prendersi i soldi e facendo impegolare il Senato Studenti in discussioni lunghissime senza senso e prive di interesse concreto nei confronti dei diritti degli studenti. Quindi fai anche attenzione a considerare questo aspetto: la partecipazione, la quale deriva dall'informazione.
Fino a che ci sarà un solo senatore degli studenti a ricordare questo, la frattura che tu ed altri vorreste creare tra rappresentanti e studenti non sarà mai definitiva, mai.
Anzi, noi dovremmo gradualmente diminuire la distanza tra noi rappresentanti e studenti in modo da essere davvero rappresentativi: oggi ne abbiam l'opportunità, andiamo a incontrarli, a sentire che cosa vogliono dirci!

E poi: se fossi stato io a leggere le richieste del movimento al Senato Accademico quella sera? Io sono stato eletto dagli studenti! Quale scusa avresti tirato fuori in questo caso? La mia infermità mentale? Il pericolo dell'estremismo verde di Agraria, l'allarme degli alberi che marciano sul Rettorato?
Le minacce e gli attacchi non sono stati fatti dal movimento ad Alice o dal movimento al Senato Studenti, ma da alcune persone (che in questo caso partecipano al movimento) ad Alice (e mi pare anche a qualcun altro).
Io non minaccio nessuno. Io faccio parte del movimento e non ho mai attaccato Alice per conto del movimento, non c'è bisogno di minacciare per far valere le proprie ragioni, bastano i fatti.
L'Assemblea No Gelmini tiene insieme tanti e tali componenti che tu e i tuoi colleghi non potete neppure immaginare quanta fatica si faccia a mantenerli tutti nella stessa direzione: se ci siamo riusciti fino ad oggi, significa che ci riusciremo ancora a lungo, nonostante questo tuo ridicolo modo di voler seminare veleno e fomentare tensione, inneggiando al coraggio di una persona che a maggio 2007 avresi voluto vedere sommersa di merda.

Alla tua mozione se ne affiancherà un'altra proposta dal sottoscritto, che terrà conto dei fatti e non delle rielaborazioni personali o collettive di questa o quella parte politica: sarà una mozione scritta dagli studenti per gli studenti, nella quale richiederò il massimo appoggio all'Assemblea No Gelmini, non per le persone che ne fanno parte, ma per i contenuti e le proposte che da questo movimento stanno uscendo. Come Senato Studenti abbiamo voluto ignorare gli studenti per oltre un mese su questa mobilitazione, adesso basta: adesso dobbiamo considerarli e dobbiamo anche dargli una mano, visto che si prospettano tempi duri e difficili, per tutti. Il Senato degli Studenti non può promuovere l'agitazione, ma può far sapere di essere d'accordo, di voler mantenere un dialogo, di aprire tavoli di confronto, di chiamare tutti i collettivi di facoltà per sapere che cazzo sta succedendo e perché e come e per quanto.
Le occupazioni dureranno a lungo, prima iniziamo a capire cosa sta succedendo, come Senato Studenti, e meglio è.

Invio questa discussione anche al Coordinamento UniTO e a tutti i collettivi: sono sempre più dell'idea che sia necessario far sapere che cosa succede in Senato Studenti, chi dice che cosa, chi fa che cosa, in modo da rendere più studenti possibili partecipi e consapevoli di chi porta la loro voce negli organi collegiali.

Ci vediamo in Senato Studenti, dato che non credo parteciperai alle assemblee studentesche dei prossimi giorni, forse perché lì non c'è alcun gettone di presenza da prendere, talmente ci tieni alla tua democrazia, evidentemente e necessariamente differente dalla democrazia che tutti noi, studenti, stiamo difendendo anche per te e per i tuoi figli, con questa mobilitazione.

E lascia perdere i convenevoli formali: non usare la parole "gentile" se non ne conosci il significato, i tuoi saluti non sono realmente "cordiali" e infine il tuo definirti "Capogruppo di Obiettivo Studenti" fa ben capire a tutti quanti che non ti consideri un rappresentante degli studenti, bensì un partecipante al giochetto del piccolo politico in carriera.

Buona o meno che sarà, Alberto, la tua sarà minoranza.

Fulvio
Rappresentante degli Studenti della Facoltà di Agraria
Collettivo di Agraria - IL FAGGIO
Assembla No Gelmini di Torino
Segretario del Senato degli Studenti
349/8880282

Newsletter NO GELMINI: ROMA ANDATA E RITORNO!

Tornati da Roma, è ora di cavalcare l'Onda!
tanti progetti e richieste coordinate a livello nazionale e l'organizzazione di uno sciopero generale di tutte le categorie già indetto per il 12 dicembre.

Contemporaneamente dobbiamo organizzare concerti (forse i linea 77) e
cene di autofinanziamento per finire di pagare il treno.

___ ASSEMBLEA NO GELMINI
Questo è il quadro generale, che verrà esposto meglio e discusso in
Assemblea No Gelmini che si terrà a Grugliasco (secondo gli ultimi
accordi di ruotare l'assemblea nelle varie sedi) verso fine settimana
per dare tempo a tutte le facoltà e i collettivi di riunirsi prima.

Probabilmente sarà giovedì attorno alle 17.00, tenete d'occhio la
Newsletter per info precise e definitive.

____ SCIENZE MFN
Questa settimana, infine, i collettivi di scienze occupano Geologia
(appiccicato a Fisica, via Valperga 35), con il seguente programma:

Lunedì 17 Novembre h 21.30
Dott. Diego Coppola : “Monitoraggio satellitare a scopi ambientali:
dal rischio vulcanico al
rischio incendi.”
Dott. Marco Laiolo : “Stromboli : ricerca e monitoraggio di un vulcano
attivo.”

Martedì 18 Novembre h 21.30
Dott. Marco Beltrando : “L’evoluzione delle montagne : da Leonardo
alla Yo-Yo Tectonics.”

Mercoledì 19 Novembre h 21.30
Prof. Roberto Compagnoni : “La TAV in Val di Susa : i problemi geo-
mineralogici.”

_____MARTEDI' 18
h 15.00 il dams fa un SEMINARIO sui TAGLI alla CULTURA; intervengono
franca varallo, docente di museologia
>valerio terraroli, docente di storia dell'arte contemporanea
armando petrini, ricercatore di organizzazione ed economia dello
spettacolo teatrale

_____MERCOLEDI' 19
h 18.00 alla Palazzina Einaudi si riunisce il "CANTIERE DELL'ONDA",
nome dato al gruppo interfacoltà che lavorerà a lungo termine su un
progetto di altra università (anche a partire dal documento elaborato
dall'assemblea nazionale di Roma dei giorni scorsi)

h 20.00 (circa?) APERITIVO LETTERARIO a Palazzo Nuovo, organizzato da
Lettere e Filosofia

____ GIOVEDI' 20
h 13.00 Assemblea interfacoltà di Palazzo Nuovo: necessaria la
presenza di tutti i collettivi di facoltà perchè in preparazione della
No Gelmini.


_____ VIDEO

Alcuni Video di Gemma, già montati e caricati

http://it.youtube.com/watch?v=W8NjautQZfI
http://it.youtube.com/watch?v=Yv0Abr0me54
http://it.youtube.com/watch?v=-uUTdQnARXI
http://it.youtube.com/watch?v=PypUT09gJRs

_____ALLEGATI

Per evitare duemila mail, attacco tutti i documenti in coda qui sotto.
Non vi spaventate per la lunghezza, sono leggibili a rate! Trovate:
- Documento di Roma: primo workshop --> didattica
- Documento di Roma: secondo workshop --> diritto allo studio e
welfare
- Documento di Roma: terzo workshop --> Ricerca, Formazione e lavoro
- Documento di Roma: conclusivo
- Invito Cantiere dell'Onda
- Botta e risposta Senato Studenti del 13.11

- DOCUMENTO ROMA: DIDATTICA -

Primo workshop: la didattica
La complessità emersa nell´ambito di una discussione sull´autoriforma
della didattica, ha messo in luce la molteplicità di articolazioni
possibili tramite le quali immaginare una ristrutturazione dei
processi didattici, cosi da poterli ripensare come non piu asserviti
alla logica di disciplinamento introdotta dall´università del 3+2. Al
tempo stesso queste differenze e pluralitá attestano tanto l´inevitabilità di contestualizzare queste riarticolazioni a contesti
specifici, quanto la necessità diffusa di ripensare una trasformazione
radicale dei processi formativi.
Infatti, pur nelle differenze é emersa una chiara e totale opposizione
al modello definito in Italia dal 3+2. Dall´assemblea si é prodotto
quindi un dibattito complesso, espressione dell´esigenza dei
differenti nodi di affrontare una discussione progettuale sull
l´autoriforma della didattica che dovesse tenere conto dell
l´articolazione di un confronto assembleare dal quale potessero
risaltare la volontà di avviare un processo costituente e non di
arrivare ad una definizione finale ed univoca delle pratiche che nell
l´attraversamento quotidiano delle facoltá e degli atenei giá aprono
spazi di riappropriazione e decisione.
Da questo punto di vista sono emersi punti di convergenza vertenziali
tra le differenti realtá.
1) Abolizione del sistema del 3+2 così come del sistema del credito.
Da questo punto di vista si è prodotto un dibattito non sintetizzabile
sulle modalità attraverso cui raggiungere l´obiettivo.
2) Critica alla parcellizzazione degli esami e proposte di
riaccorpamento per favorire un sapere critico e complessivo
3) Rivendicazione di un´equa retribuzione del lavoro svolto in stages
e tirocini: in ogni caso va garantito il carattere facoltativo degli
stessi.
4) Critica della meritocrazia e sua applicazione in Italia. Non devono
esistere poli di eccellenza contrapposti al resto delle universitá, a
maggior ragione se autoproclamati come nel caso dell´AQUIS. In secondo
luogo si è svolta una critica ai parametri di valutazione schiacciati
sulla produttivitá, e nello stesso tempo si sono proposte nuove forme
che privilegiassero la valutazione dal basso e la qualitá.
5) Abolizione dei blocchi all´accesso e lungo il percorso di
formazione superiore. I blocchi devono essere eliminati sia come
sistema di esclusione dal diritto allo studio, sia come filtri
progressivi di stratificazione sociale.
6) Abolizione della frequenza obbligatoria come strumento di controllo
sui tempi di vita e di studio.
7) Revisione dei piani di studio nella direzione di una conquista di
una maggiore libertà dei propri percorsi formativi.
8) Le università del sud Italia hanno posto ulteriori motivazioni alla
necessità della natura pubblica dell´università. La specificità dei
loro territori pone l´accento su una massiccia corruzione.
Il dibattito del workshop è stato attraversato da un´analisi comune:
quello di concepire il processo di autoriforma non come un disegno
organico o un intervento legislativo, ma come il recupero di spazi di
decisione diretta da parte degli studenti. Questo ha significato
critica alla rappresentanza studentesca, ai processi di
gerarchizzazione dell´amministrazione universitaria, e necessità dell
l´organizzazione autonoma del conflitto: riappropriazione di spazi
(biblioteche, laboratori, aule autogestite, etc.) e di tempo,
diffusione critica e autonoma del sapere.
Accanto a questo si è sviluppato un dibattito articolato e aperto
sulla proposta dell´autoformazione: questa è una tra le varie pratiche
sperimentate per l´inflazionamento e il sabotaggio del sistema del
credito. La discussione su modalità autogestite di didattica ha dato
spunto per proporre e approfondire la didattica partecipata, e che, in
ogni caso, destrutturasse un rapporto gerarchico e verticale nella
trasmissione del sapere: così come ha posto molta attenzione alla
formazione non come accumulo indistinto di nozioni, ma come produzione
di sapere critico.
Concludiamo ricordando l´indicazione di metodo rispetto al
proseguimento delle lotte indicate durante questi due giorni: la
cooperazione nasce dal dibattito propositivo e non ideologico tra le
varie realtá che sperimentano in maniera autonoma conflitto dentro l´università.

- DOCUMENTO ROMA:
DIRITTO ALLO STUDIO E WELFARE -

Secondo workshop: welfare e diritto allo studio
Il workshop di ieri è stato partecipato da circa un migliaio di
persone, al pari degli altri due. Si tratta, evidentemente, di un dato
eccezionale dal punto di vista della quantità, in piena continuità con
l´assemblea nazionale nel suo complesso e con queste straordinarie
settimane di mobilitazione che stiamo vivendo. Ma c´è di più. Il dato
della discussione di ieri è eccezionale anche dal punto di vista
qualitativo. I quasi cento interventi da tutte le città che si sono
susseguiti per più di sette ore di intensa discussione segnano un
deciso e importante passaggio in avanti nell´elaborazione collettiva e
nella costruzione di agenda politica su temi assolutamente decisivi
per il movimento.
Lo slogan che attraversa e che maggiormente caratterizza le
mobilitazioni universitarie, "Noi la crisi non la paghiamo", definisce
già con chiarezza la centralità delle questioni del Welfare e del
lavoro dentro la riflessione politica e i processi di conflitto che si
sono dati nelle mobilitazioni di queste settimane.
Sulla crisi finanziaria globale si registrano varie interpretazioni,
talora contrastanti anche negli stessi ambiti del pensiero critico e
radicale. In questo workshop, com´è stato più volte ribadito, il
nostro obiettivo non era la definizione in termini di analisi di
genealogia e tendenze dell´attuale crisi: essendo questo un tema di
straordinaria importanza e attualità, preferiamo a tal fine proporre
fin da subito la costruzione di uno o più momenti seminariali. Il
nostro punto di partenza è stato invece la definizione del carattere
politico e il terreno di lotta che attorno al tema della crisi si
apre, più precisamente sul problema della decisione della
distribuzione della ricchezza sociale in un contesto che dalla crisi è
profondamente segnato.
Il presente movimento si muove all´interno di una doppia crisi: quella
finanziaria e quella dell´università. Quest´ultima in Italia assume
caratteristiche peculiari, determinate dallo storico disinvestimento
nel sistema dell´istruzione e della ricerca, e dalle strategie di
smantellamento operate dai governi di centro-destra così come da
quelli di centro-sinistra.
In questo quadro, come emerso dalla discussione, i processi di
aziendalizzazione dell´università e i tagli dei finanziamenti alla
ricerca e alla formazione si accompagnano all´aumento delle spese di
guerra, ai fondi statali regalati alle imprese private, al piano salva-
banche. La retorica degli sprechi e del contenimento del debito
pubblico, abbondantemente utilizzata dal Governo nel tentativo di
giustificare i tagli mortali contenuti nella legge 133, rivela qui
infatti la sua natura puramente ideologica.
Tutto ciò, soprattutto, permette di individuare nell´università un
terreno di lotta di particolare importanza, a partire da cui produrre
dei processi di generalizzazione del conflitto. La parola d´ordine
"noi la crisi non la paghiamo" indica quindi non una semplice istanza
espressa da un particolare soggetto sociale, ma la sua capacità di
parlare il linguaggio dell´intera composizione del lavoro e del
precariato contemporaneo, proprio in virtù della centralità di
studenti e saperi nelle forme attuali della produzione. Quello della
generalizzazione è uno dei punti particolarmente sottolineati nel
corso della discussione, come posta in palio delle possibilità di
sviluppo dello straordinario movimento che sta stravolgendo le
compatibilità che si credevano imposte dal governo Berlusconi. Non a
caso, la Cgil è stata costretta a indire lo sciopero generale sotto la
spinta e la forza dell´onda.
Nel workshop si è prodotta una ricca discussione che ha permesso di
fare un importante passo in avanti, di analisi e di merito politico,
nella riconfigurazione del diritto allo studio e nelle battaglie
attorno ad esso. L´attacco al diritto allo studio non assume più solo
i tratti classici dell´esclusione, ma dei nuovi processi di selezione
e inclusione differenziale direttamente interni al sistema
universitario.
Laddove i diritti sociali non sono più garantiti dal welfare pubblico,
l´indebitamento rappresenta una costrizione per continuare a
soddisfare bisogni collettivi, quali ad esempio la formazione e l
l´accesso ai saperi. Nonostante l´irrisorio e propagandistico
stanziamento di fondi per le borse di studio, strettamente regolato
dal sistema meritocratico, il progetto complessivo di trasformazione
dell´università va nella direzione di un aumento delle tasse d
l´iscrizione. In questo contesto, se il diritto allo studio è
certamente garantito dalla Costituzione, esso è di fatto non solo
disatteso nella pratica, bensì nel nuovo contesto produttivo assume
nuove caratteristiche. Infatti, un numero crescente di persone entra
nel sistema dell´istruzione superiore nella misura in cui sono
costrette a indebitarsi e si dequalificano i saperi a cui hanno
accesso. I processi di lotta si spostano quindi sul piano del mercato
del lavoro (sempre più regolato e intrecciato alla produzione di
saperi e formazione), dei processi di gerarchizzazione e del welfare.
Di pari passo, il diritto allo studio si riconfigura come battaglia
sulla qualità dei servizi e riqualificazione e autogestione dei
saperi. Allora, prendendo anche atto del fallimento delle agenzie per
il diritto allo studio, la lotta contro l´aumento delle tasse e la
liberalizzazione dell´accesso, si deve accompagnare a una battaglia
sulla qualità dei servizi, contro i numeri chiusi, per il non
ripagamento dei prestiti d´onore (ovvero il sistema italiano del
debito, ancora non pienamente affermato ma in via di tendenziale
espansione).
Una battaglia, quindi, contro qualsiasi tentativo di scaricare su
studenti e precari i costi della crisi finanziaria e dell´università.
La crisi la paghino invece le banche e le imprese, i governi e i
baroni, oggi tutti alleati ben al di là delle retoriche su sprechi e
corruzione.
Se la sfida lanciata dal movimento ha nell´università un terreno
privilegiato, deve al contempo riuscire a generalizzare le proprie
istanze per poter aprire un terreno di più complessiva lotta sul
welfare. Da questo punto di vista, è stato evidenziata l´inesistenza
in Italia di ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno al reddito
Per gli studenti e i precari. Occorre allora reclamare anche in Italia
forme di erogazione, dirette e indirette, di reddito per gli studenti
e i precari che vadano nella direzione dell´autonomia e dell
l´indipendenza e del rifiuto delle forme di precarizzazione.
La discussione ha elaborato delle proposte di agenda e campagna
politica verso lo sciopero generale e generalizzato del 12 dicembre e
oltre.

- DOCUMENTO ROMA: RICERCA FORMAZIONE LAVORO -
Terzo workshop: Ricerca, Formazione e lavoro
Ricerca, formazione, lavoro. Questi i temi di cui abbiamo discusso
durante la giornata di ieri, dal nostro punto di vista, dal punto di
vista dell´onda. Abbiamo chiamato il nostro percorso autoriforma,
autoriforma dal basso dell´universita?. Autoriforma dal basso per noi e
travolgere questa università, attraversarla con i nostri desideri e
le nostre proposte, proposte che
vogliamo costruire a partire dalla comprensione della sua crisi e del
suo rapporto con la societa?.
Una crisi esplosa da tempo e approfondita da un quindicennio di
pessime "riforme" volte ad aziendalizzazione e privatizzazione dell
´universita?, che i provvedimenti di questo governo trasformano in
catastrofe. Pensiamo al taglio del FFO, al blocco del turnover , ma
soprattutto alla trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto
privato, alle sue conseguenze in termini di discriminazione di censo
nell´accesso a un´istruzione di qualita? e di destrutturazione dell
´intero Sistema universitario nazionale. Effetti che non potranno non
aggravare le gia? critiche condizioni della scuola di ogni ordine e
grado.
Non dimentichiamo pero? le responsabilita? di chi l´universita? ha
gestito con meccanismi corporativi e clientelari, di chi soffoca la
ricerca per mezzo di un´opprimente gerarchizzazione, di chi ha
costruito un sistema fondato sullo sfruttamento generalizzato del
lavoro precario, di chi ha oramai accettato l´idea di un drastico
restringimento dell´accesso a un´istruzione pubblica di qualita?. Il
nostro obiettivo è stanare e denunciare queste aberrazioni ovunque si
manifestano, conoscerle per scardinarle. E´ superare il cosiddetto
3+2, contrastare i suoi effetti di frammentazione e scadimento della
didattica funzionali allaproduzione di lavoratori precari e
ricercatori al servizio del privato o dell´impresa di turno.
In due mesi di mobilitazioni abbiamo dimostrato di non avere alcuna
intenzione di lasciarci incantare dalle false aperture del ministro
Gelmini o chiuderci nel recinto di uno studentismo vuoto e arrogante.
Abbiamo gridato dalle piazze di tutta Italia la nostra consapevolezza
che solo l´unione e la generalizzazione di proteste particolari puo?
rovesciare quei rapporti di forza che schiacciano il mondo dell
´istruzione e della ricerca tanto quanto quello del lavoro. Solo il
continuo coordinamento e allargamento della protesta potra? portare a
un reale cambiamento nelle politiche del governo e per questa ragione
aderiamo allo sciopero generale indetto per il 12 dicembre con la
promessa di farlo vivere nelle nostre metropoli e in qualunque luogo
raggiunto dall´Onda. Il nostro sciopero sara? dunque all´insegna della
generalizzazione delle mobilitazioni, della lotta contro la
precarieta? e per l´abolizione di tutte le forme di lavoro
parasubordinato contenute nella legge 30, contro ogni discriminazione
di genere, cultura e razza, contro la criminalita? organizzata che
strangola il nostro Sud e sempre piu? anche il nostro Nord.
Autoriforma e? il percorso concreto di elaborazione, d´inchiesta e di
conflittualita? che mette in crisi il sistema attuale, che propone un
modello diverso di universita? attraverso una critica radicale dell
´esistente. Vogliamo costruire un´universita? pubblica, democratica ed
accessibile a tutti.
Per questo sentiamo l´urgenza, in questa fase di crisi profonda del
modello sociale ed economico neoliberista, di un´universita? che
sappia dare il suo contributo alla costruzione di un nuovo e piu? equo
modello di sviluppo. Il nostro punto di partenza sara? l´analisi della
ricerca concretamente prodotta dalle nostre universita? ed enti, delle
sue ricadute sul territorio, la creazione di sapere critico e la
moltiplicazione delle esperienze di autoformazione e didattica
alternativa cui abbiamo dato vita nelle nostre mobilitazioni.
1) L´indipendenza e l´autonomia della ricerca sono per noi principi
fondativi. La ricerca non deve essere subordinata a logiche di
mercato: le risorse e le strutture pubbliche dalle quali essa dipende
non possono essere messe al servizio di interessi privati. Il sapere è
un bene pubblico, una produzione collettiva e per questa ragione non
appropriabile: i suoi risultati devono essere socializzati, ossia
posti al servizio dell´intera societa?. Per questo riteniamo
essenziale lo sviluppo di forme non commerciali della loro tutela (GPL/
Creative commons) in contrapposizione al brevetto nonche? il sostegno
all´editoria scientifica open source ed una stretta sinergia tra
ricerca e didattica. Siamo pero? consapevoli che l´emergenza attuale
ha tra le sue cause principali il cronico sottofinanziamento delle
attivita? di ricerca, che deve essere portato almeno ai livelli
indicati dal Trattato di Lisbona (3 per cento del Pil contro l´attuale
1 per cento). E poiche? una ricerca libera non puo? esistere senza
ricercatori autonomi e indipendenti da ogni condizionamento, la
democratizzazione dell´accesso ai fondi e la sua apertura ai
ricercatori non strutturati e ai dottorandi e? per noi condizione
irrinunciabile.
2) L´autonomia della ricerca e la qualita? dell´universita? pubblica
non possono essere disgiunte dalla realizzazione di un nuovo concetto
di valutazione.
Tale concetto, piu? complesso della combinazione di indici
presuntamente quantitativi, non deve essere legato al contenimento del
bilancio, alla produzione di brevetti o al semplice numero delle
pubblicazioni. Pensiamo che la valutazione debba essere intesa anche
come rendicontazione sociale delle attivita? degli atenei e del
sistema nel suo complesso, che non
possa prescindere dai contesti territoriali in cui le universita? sono
inserite.
Contemporaneamente, ribadiamo che anche docenti, ricercatori e
dottorandi dovrebbero essere coinvolti nei processi di valutazione.
Gli esiti della valutazione della didattica e della ricerca dovrebbero
condizionare la distribuzione di parte dei finanziamenti per gli
atenei sia nella distribuzione dei finanziamenti ai singoli.
3) Il problema del reddito e? sicuramente trasversale a tutto il corpo
vivo dell´universita?: studenti dottorandi e ricercatori precari.
Al lavoro di ricerca, perche? di lavoro si tratta, devono
corrispondere un salario adeguato e i diritti stabiliti dallo statuto
dei lavoratori. La moltitudine di tirocini, stage e praticantati tutti
rigorosamente non retribuiti non sono piu? tollerabili, cosi? come la
dilagante attivita? didattica a titolo gratuito. Ogni prestazione deve
essere contrattualizzata al piu? come forma di lavoro
subordinato a tempo determinato e in tal caso deve essere garantita la
continuita? del reddito, diritto fondamentale di cui chiediamo l
´estensione a tutti i lavoratori precari. Non solo, commossi dall
´attenzione del ministro Gelmini alle condizioni degli edifici
scolastici, rivendichiamo ambienti idonei di studio, lavoro e ricerca.
4) Il dottorato di ricerca e? il piu? alto grado dell´istruzione
italiana e contemporaneamente l´introduzione all´attivita? di ricerca.
Vanno dunque garantiti adeguati percorsi didattici e il diritto all
´autonomia economica. Questo significa in particolare l´immediata
soppressione dei dottorati senza borsa e il pagamento di tasse di
iscrizione. I dottorandi dovrebbero vedere riconosciuti i loro diritti
per mezzo di uno statuto nazionale a loro dedicato. Per quanto
riguarda le specializzazioni e? emersa la necessita? di nuove
procedure concorsuali trasparenti. Le mansioni affidate agli
specializzandi non devono mai oltrepassare le competenze previste
dalla legge.
5) Per quanto riguarda la spinosa questione del reclutamento,
ribadiamo la nostra ferma opposizione al blocco del turnover. Ma
questo non ci basta, dopo anni di blocco dell´accesso ai giovani che
ha esasperato la precarieta? e incentivato la fuga dei cervelli.
Chiediamo l´istituzione di un contratto unico di lavoro subordinato
una volta terminato il dottorato, di durata non
inferiore ai due anni: esso deve sostituire l´attuale jungla di
"contratti" precari. Tali misure non avrebbero tuttavia alcun senso
senza un consistente reclutamento straordinario via concorso, che deve
essere seguito da un reclutamento ordinario via concorso costante nel
tempo. Per quanto concerne l´inquadramento della docenza, chiediamo l
´istituzione di un ruolo unico e
l´incompatibilita? della libera docenza con contratti di diritto
privato.
6) I ricercatori precari, essenziali al funzionamento di tutte le
universita? italiane, sono completamente assenti dagli organi
decisionali delle stesse. E´ questo un elento chiave della
gerarchizzazione del lavoro di ricerca e didattica. Come ogni altra
>categoria nell´universita?, i ricercatori precari e i dottorandi
devono partecipare ai processi decisionali tramite i loro
rappresentanti eletti.
7) L´Onda ha gia? valicato i confini nazionali. In tutta Europa si
sono svolte manifestazioni di solidarieta? al movimento italiano.
Questo fatto ci parla della dimensione transnazionale dei problemi che
stiamo affrontando. Il lavoro di ricerca prevede la mobilita? come
elemento irrinunciabile ma continuamente ostacolato dalle differenze
dei diversi sistemi nazionali.
Spesso le riforme, sgradite a chi l´universita? la vive, sono state
giustificate in nome di una presunta volonta? di integrazione a
livello europeo. Vogliamo sottolineare che uno spazio europeo della
ricerca ancora non esiste e che il movimento deve assumersi la
responsabilita? di cominciare a crearlo, non attraverso la normazione
astratta ma attraverso la circolazione delle
idee e delle lotte. L´osservazione dei diversi modelli di sistema
universitario presenti al momento in Europa ci permette di rigettare
immediatamente alcune ipotesi di sviluppo, come il modello
anglosassone e il principio del debito di formazione, gia? ampiamente
entrato in crisi in Inghilterra e negli Stati Uniti. In quest´ottica
proponiamo la convocazione di una riunione
europea che metta in circolo le diverse vertenze sviluppate dai
movimenti di studenti e ricercatori precari.
9) Questione di genere nella ricerca. Nella ricerca rimane aperta la
stessa questione di genere che troviamo ovunque nel mondo del lavoro:
da una parte la progressione dei carriera delle donne e? fortemente
filtrata ai livelli piu? bassi, dall´altra le donne subiscono il
perenne ricatto biologico, aggravato dalla precarieta?, per cui la
maternita? diventa in realta? la via di espulsione dal mondo della
ricerca.
10) Se infatti autoriforma è anche e soprattutto un percorso condiviso
di lotte questo workshop ha espresso una molteplicita? di strade che
possono essere percorse a livello locale e nazionale:
- Se il precariato è il problema di questa generazione una grande
inchiesta sul lavoro precario nell´universita? ci sembra fondamentale,
che porti ad un censimento a livello nazionale che ci permetta di
tradurre nella forza dei numeri l´enormita? del fenomeno
? La congiunzione con la protesta della scuola
? Appello studenti, dottorandi e precari per lo sciopero generale/gli
scioperi generali.
? Coordinamento con la scuola (insegnanti, genitori, precari, anti137,
nogelmini, circoli genitori-insegnanti-universitari)
? Azioni locali contemporanee e condivise da tutto il movimento.
Giornata nazionale della ricerca.
? Vertenze locali comuni studenti, ricercatori precari
? Sviluppare vertenze per l´Applicazione della Carta europea della
ricerca.
? Iniziative di apertura verso l´esterno , nel territorio, di apertura
dell´universita? alla
cittadinanza, ai bambini delle scuole, alle famiglie, ai lavoratori.
Seminari in piazza ecc.
? Gruppo di studio sulla valutazione.
? Occorre sviluppare una critica di tutti gli strumenti di governance
universitari a partire dalla fondazione di diritto privato CRUI e dell
´autoproclamato circolo dei migliori atenei d´Italia, AQUIS
? Promuovere una assemblea Europea

Una molteplicita? di strade ma molte di piu?, pensiamo, sono quelle
che usciranno dalla fantasia di questo movimento, dalla forza della
partecipazione che lo sta facendo vivere, dalla capacita? di
sperimentare percorsi nuovi che ha mostrato in questi giorni di
mobilitazione.
>Il movimento deve durare, sappiamo che la nostra lotta avra? tempi
lunghi ma sappiamo anche che, almeno per questo paese, e? una grande
occasione e grande speranza.

L'assemblea plenaria dell'Onda alla Sapienza

SCUOLA & GIOVANI Migliaia di delegati da tutti gli atenei in assemblea plenaria
Una piattaforma su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca
Sapienza, studenti da tutta Italia
per riformare l'università dal basso
All'ordine del giorno anche proposte e date per le future mobilitazioni dell'Onda

di GIOVANNI GAGLIARDI e MARIO REGGIO


L'assemblea plenaria dell'Onda alla Sapienza
ROMA - Una bozza di autoriforma dal basso per iniziare il dibattito verso la costruzione dell'"Altra università", quella scritta dai protagonisti. Questa mattina a La Sapienza, sul prato alle spalle del rettorato, oltre duemila delegati arrivati da tutti gli atenei italiani, si sono riuniti in assemblea plenaria. Approvate con una standing ovation le basi della piattaforma programmatica su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca.

All'ordine del giorno anche proposte e date per le future mobilitazioni dell'Onda, prima fra tutte la giornata del 28 novembre nella quale saranno chiamate a raccolta tutte le città italiane, per cortei e iniziative contro i decreti Gelmini su scuola e università. E ancora, prima dell'appuntamento nazionale del 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale della Cgil, gli studenti pensano ad un'intera settimana di mobilitazione per rivendicare la gratuità di mense, trasporti e cultura.

Dopo i workshop di ieri, con circa 200 interventi, nel secondo giorno di assemblea gli studenti hanno fatto il punto sulle proposte emerse fino ad ora. Sul fronte della didattica l'Onda ha bocciato la formula del 3+2 e del sistema dei crediti, proponendo un conseguente accorpamento degli esami. E ancora un'equa retribuzione di stage e tirocini, l'abolizione del numero chiuso e della frequenza obbligatoria, nonché una revisione totale dei piani di studio.

Gli studenti hanno anche stabilito con fermezza il principio dell'indipendenza e dell'autonomia della ricerca "che non deve essere subordinata a logiche di mercato" si legge nel report, e che non può "non essere disgiunta dalla realizzazione di un nuovo concetto di valutazione". Al centro del dibattito la questione del reddito con il conseguente riconoscimento di stipendi per ricercatori precari e dottorandi.

Tra le proposte relative al sistema del dottorato di ricerca anche la soppressione dei titoli "senza borsa", l'istituzione di uno statuto nazionale ed una volta concluso il ciclo di ricerca, un contratto unico di lavoro subordinato della durata non inferiore ai 2 anni. Nella lista dei "no" anche quello relativo alle tasse d'iscrizione e al blocco del turn over, mentre in quella delle proposte, la richiesta di un censimento nazionale sul lavoro precario nelle università, la convocazione di una riunione europea del movimento ed un dibattito sulla questione di genere all'interno del mondo universitario.

Inoltre è stata chiesta: l'abolizione di tutti i contratti atipici, garanzie di stabilità di reddito tra un contratto e l'altro, finanziamenti diretti ai gruppi di ricerca senza passare per i docenti. Proposta anche l'abolizione delle due fasce di docenza attuale (associati e ordinari) e la creazione di una fascia unica per mettere un freno ai "concorsi pilotati".

Sul fronte del diritto allo studio, è stata invece annunciata una "campagna di azione" per l'accesso gratuito a cinema, musei e trasporti e sono stati proposti "scioperi bianchi" dei precari contro "il lavoro nero nelle università, svolto da stagisti, tirocinanti e dottorandi".

"Da questa assemblea è uscita una piattaforma condivisa, dimostrando che abbiamo anche idee e non sappiamo dire solo dei no - ha commentato Giorgio Sestili, studente di Fisica - adesso ci auguriamo anche che i docenti valutino le nostre proposte".

Durante i lavori ha preso la parola anche una rappresentante di "Non rubateci il futuro", il coordinamento genitori-insegnanti di Roma e Provincia. Paola Di Meo della scuola elementare romana, Iqbal Masih ha annunciato una nuova manifestazione romana indetta per la mattina del 29 novembre: "Ci sarà tutto l'universo della scuola pubblica - ha spiegato l'insegnante - materne, elementari e medie. Saremo in piazza per ribadire le nostre proposte e con noi porteremo ancora una volta i bambini".

Al termine dell'assemblea plenaria, si è svolta nell'aula 11 di Geologia, occupata, un incontro-dibattito tra gli studenti e un gruppo di insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori sul decreto Gelmini.
(16 novembre 2008)

L'Onda diventa grande- articolo di Curzio Maltese sul corteo nazionale

L' Onda diventa grande 'Né tagli né baroni' . Il movimento è diventato adulto 'Né tagli né baroni, andiamo avanti'
Repubblica — 15 novembre 2008 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

Stavolta a piazza Navona e dintorni non è successo nulla. Non è stato difficile, è bastato non far entrare camion carichi di spranghe. Un' Onda pacifica ha invaso le strade della Capitale. E ha «circondato i palazzi del potere», Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, con i colori e i suoni della generazione che «non vuole pagare la crisi». «E' la voce del futuro» gracchiavano i megafoni davanti al Senato e non è retorica. «Né tagli né baroni», lo slogan più sentito. Centomila, duecentomila, lasciamo perdere il balletto dei numeri. Una grande manifestazione, anzi due, il rivolo rosso del sindacato e il fiume variopinto degli studenti. La protesta non finisce in piazza. Le delegazioni di studenti da tutta Italia hanno occupato Biologia alla Sapienza e l' hanno trasformata nel laboratorio di una «vera riforma dell' università». Le proposte degli studenti e dei professori, in alternativa ai tagli Tremonti-Gelmini, saranno presentate fra domani e lunedì. Sono in gran parte ispirate dalle esperienze riformatrici del resto d' Europa. E' in ogni caso difficile fare peggio del governo. E' tempo di bilanci per l' Onda, un movimento che in due mesi ha cambiato la faccia del Paese, incrinato il consenso bulgaro del governo Berlusconi e soprattutto ha rimesso al centro del dibattito la grande questione rimossa del futuro. L' Onda è nata come risposta immediata, spontanea ai tagli della finanziaria. Tagli mal concepiti, come cominciano ad ammettere anche alcuni giornali governativi. Nella fretta di far quadrare i conti di una manovra difficile e di coprire i buchi dell' Ici e dell' affare Alitalia, invece di segare i molti rami secchi dell' istruzione pubblica, si sono stroncate le poche aree di modernità: il tempo pieno alle scuole elementari e la ricerca universitaria. Da qui è sorta un' ampia protesta di studenti, insegnanti e famiglie che soltanto un governo in preda al delirio di onnipotenza poteva considerare un fuoco di paglia. Ma l' Onda è poi cresciuta ed è diventata in fretta un movimento adulto, che non si limita a una battaglia difensiva. Ormai inutile, visto che i decreti sono passati. Si organizza in Italia e all' estero, si è dotato perfino di un servizio d' ordine di tutto rispetto, come s' è visto ieri, e si pone da oggi come laboratorio di un nuovo riformismo. Un riformismo finalmente dal basso, dopo che quelli imposti dall' alto, dai governi di destra e di sinistra, sono miseramente falliti. «Né tagli né baroni» non è soltanto uno slogan. E' il segnale che è possibile progettare un' altra università. «Nessuno vuole difendere la scuola così com' è» è la frase che si sente più spesso in bocca agli studenti. Il movimento li ha spinti a guardarsi intorno, indagare, studiare, confrontare le loro esperienze con quelle di docenti e genitori. Un apprendistato civile per un paio di generazioni che si sono affacciate alla vita pubblica, ai problemi del Paese, sia pure filtrati attraverso il microcosmo scolastico, peraltro non tanto «micro». La scuola riflette l' immagine del Paese, nel peggio e nel meglio. Sprechi ed eroismi, corruzione e altruismo, fannulloni e stakanovisti, concorsi truccati e isole di eccellenza, ma familismo, gerontocrazia e partitocrazia imperanti ovunque. «Non è vero che in Italia si spenda così poco per la ricerca - ammetteva ieri a piazza Navona un ricercatore del Cnr - ma si spende molto male. La Gelmini dice che andrà avanti, che comunque c' è bisogno di una riforma dell' università. Ma è proprio quello che chiediamo noi, una vera riforma». S' incontrano negli atenei d' Italia potenziali premi Nobel di venticinque o trent' anni pagati la metà di un operaio e anziani imbucati dalla famiglia o dal partito, senza alcuna gloria accademica, che guadagnano più di un alto dirigente della Fiat. Quando la tendenza nel resto d' Europa, per non dire degli Stati Uniti, è di pagare meglio i più giovani. Mancano fondi per la ricerca contro il cancro e piovono invece milioni per creare nuovi sedi di Medicina in provincia, altre cattedre per amici degli amici, nipoti e fidanzate. L' idea di farsi largo in questa jungla a colpi di decreto, tagliando qua e là a caso, è un non senso. L' ultima riforma universitaria europea, quella varata dal governo conservatore Sarkozy in Francia, era partita con l' ipotesi di tagliare fondi, ma dopo mesi di studio e confronto con sindacati, studenti e docenti, è approdata a un investimento di 1.800 milioni di euro nei prossimi tre anni, sulla base di criteri di rigore meritocratico. L' esatto contrario di quanto avverrà nei prossimi tre anni in Italia, con il taglio di 1.600 milioni ai danni soprattutto dei settori più avanzati. «Siamo la prima generazione dal dopoguerra a crescere in tempi di recessione» diceva uno studente venuto da Bologna «Hanno dissipato il passato e chiedono a noi di rinunciare al futuro. Pensano che ci fermeremo perché è passato un decreto. Non capiscono che andremo avanti, che non abbiamo nulla da perdere?». - CURZIO MALTESE

INVITO AL CANTIERE DELL'ONDA

"CANTIERE DELL'ONDA" = nome dato al gruppo interfacoltà che lavorerà a lungo termine su un progetto di altra università (anche a partire dal documento elaborato dall'assemblea nazionale di Roma dei giorni scorsi)

A tutti i collettivi, i ricercatori, dottorandi, docenti, i soggetti
in mobilitazione,

dopo questo primo periodo di mobilitazione crediamo sia arrivato il momento
per "l'onda anomala" di fare il salto di qualità. E' stato
fondamentale
il lavoro svolto fin qua da parte di tutti e tutte ed esso deve essere
mantenuto e valorizzato. Esiste però un'esigenza che risponde alla
necessità di misurare se davvero questo movimento ha le carte in
regola
per cambiare lo stato di cose esistente. Crediamo personalmente che il
periodo del movimento del "no" tra poco perderà la sua forza
propulsiva, esiste però, ne siamo certi, un ribollire sottocutaneo
molto più imponente e ambizioso che richiede la nostra totale
predispozione.

E' arrivato il momento di articolare, grazie ad
un percorso di ragionamento politico collettivo, quali sono i
caratteri, quale deve essere la "ricetta" per l'università che
vogliamo. In questo periodo sono nati all'interno dei collettivi delle
varie facoltà gruppi di lavoro che stanno provando a ragionare su
varie
dinamiche societarie. Si tratta ora di condividere, valorizzare
l'elaborazione che si sta producendo.
Sentiamo la necessità, crediamo condivisa, di razionalizzare quelle
che sono le energie.

La proposta che vi facciamo è la seguente:
-
indire una data ed un luogo dove possano incontrarsi quei soggetti
delle varie realtà che hanno l'intenzione di mettere al servizio, in
maniera prioritaria, il proprio impegno, le proprie competenze per un
lavoro di ricerca, documentazione, ragionamento ed elaborazione
conclusiva di una proposta alternativa.
L' idea che proponiamo è
quelle di creare gruppi di lavoro propositivi su diverse tematiche che
riguardano la nostra idea di univerisità. Questi vari gruppi, che
possono coincidere o meno con le facoltà, comincino a lavorare in
autonomia. Con scadenza bisettimanale possiamo poi pensare ad incontri
intermedi che facciano il punto sul progresso dei vari lavori e che
mettano in condivisione le singole elaborazioni.

Dopo le prime fasi verrà poi in un secondo tempo un lavoro di sintesi,
sulle quali modalità dobbiamo ragionare.

Ci
deve essere la consapevolezza da parte di tutti e tutte che questo
lavoro ragiona su di un orizzonte di medio-lungo periodo (almeno 2-3
mesi), anche se sarebbe importante farcela per natale. L'obiettivo
sarà
quello di arrivare poi alla convocazione di Stati Generali degli
studenti e delle studentesse sull'Università.
Quello sarà un momento dove il lavoro che verrà svolto nei prossimi
mesi in tutta Italia arrivi ad un punto di messa a valore condivisa.
E'
evidente che questa nostra proposta non può che avere un carattere
nazionale.

Il progetto deve avere due caratteri fondamentali:
1) Permettere il confronto e la partecipazione di tutte le categorie
che danno vita al sistema univeristario
2)
Il carattere centrale deve essere la valorizzazione
dell'interdisciplinarietà. Un punto di vista ad esempio di un
ingegniere deve essere messo a valore con quello dello scienziato
politico
3) Deve essere calendarizzato con scadenze/obiettivi intermedi
4)
L'estensione nazionale della proposta implica un ragionamento che
dovrà
passare progressivamente dal livello micro (facoltà), al livello
(ateneo), in progressione poi città, regione, nazionale.

Non si
tratta di fare una proposta di riforma vera e propria ma di indicare
linee guida e contestualizzare quest'ultimo in un contesto di
ragionamento di ampio raggio.

Crediamo nella necessità e nell'importanza di questo progetto. Siamo
altresì consapevoli che se il movimento si limita a ragionare sul
breve periodo non potrà mai avere l'ambizione di incidere realmente.
Nulla
toglie naturalmente che va continuato il lavoro di forte opposizione
nei confronti di qualsiasi provvedimento che cozzi contro la nostra
idea di univerisità e di società. Quindi avanti con le mobilitazioni,
avanti con le occupazioni perchè sono proprio queste ultime i luoghi
naturali per produrre quel ragionamento che il nostro progetto
necessita.

---------------------------------------------
Il primo appuntamento del Cantiere dell'Onda è fissato per mercoledì 19 novembre alle ore 18 alla palazzina Einaudi occupata.

Anche se la settimana è fitta di impegni abbiamo ritenuto importante iniziare il percorso del Cantiere e far partire i vari gruppi di lavoro.
L'appuntamento di mercoledì sarà utile per definire, anche sulla base della discussione tenutasi nell'assemblea nazionale di Roma, la struttura del Cantiere, le tematiche, gli obiettivi di breve-medio-lungo periodo.

Per dette ragioni è importante che vi sia la massima partecipazione possibile, nel caso in cui questa, per alcuni motivi, venisse a mancare, la data verrà posticipata.
Chiediamo dunque a tutti e a tutte di avvisare in tal senso la propria sicura assenza.

A mercoledì.
Assemblea no-Gelmini

eventuali comunicazioni a:
aimar.andrea@hotmail.it

lunedì 17 novembre 2008

RIUNIONE IMPORTANTE

Oggi alle ore 16.00, davanti all'ASA, ci sarà una riunione, se riuscite venite, è molto importante esserci!

giovedì 13 novembre 2008

Il Rap di Enea - Canzone NO GELMINI!!!



IL RAP DI ENEA
(Assalti Frontali)

C’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
meglio dire no a Gelmini che indossare i grembiulini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
noi diciamo no a Gelmini day e night,
noi diciamo no a Gelmini day e night

Ciao mi chiamo Enea, vado all’Iqbal Masih
e c’ho una magliettina verde mela molto chic
c’è scritto sopra: “Io amo e difendo la mia scuola”
macchè maestro unico, Gelmini sei una sola
lo sai che sono grande, sto in prima elementare
e ho già occupato la mia scuola per due settimane
dici che sono giovane e ho molto da imparare
ma siamo sotto attacco tutti e io mi do da fare
non sono certo solo, sto insieme alla mia mamma
sto con le mie maestre e abbiamo fatto una capanna
con tutti i sacco a pelo i cuscini e i tappetini
qui non ci prenderà nessuno nemmeno i celerini
i grandi stanno sempre dico sempre alla riunione
ma che c’avranno da parlare io gioco un po’ a pallone
sono tutti angosciati ogni ora ogni secondo
sembra che una gran disgrazia sia caduta sul mio mondo

C’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
meglio dire no a Gelmini che indossare i grembiulini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
noi diciamo no a Gelmini day e night,
noi diciamo no a Gelmini day e night

Io ho due maestre Mara e Simona
e se ci penso non so dirti quale sia più buona
e 20 amichetti uniti che è un prodigio
stiamo tutti insieme da mattina al pomeriggio
questa è la scuola pubblica, la scuola di tutti
la scuola che vogliono sfasciare questi farabutti
faccio fioccolate, lancio di palloncini
ora ho capito che c’è dietro la Gelmini
il 137 e il 133
ma se taglieranno via Simona io saprò il perché
questa aula sarà vuota, mancherà un pezzo
e che ci torno a fare a casa a mezzogiorno e mezzo
noi siamo i bambini di un’Italia malata
ci vogliono clienti per la scuola privata
ma blocchiamo il mondo e andiamo come un treno
viva la scuola pubblica del tempo pieno

C’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
meglio dire no a Gelmini che indossare i grembiulini
c’ho un’idea, c’ho un’idea disse Enea, c’ho un’idea
e prese la parola in assemblea, c’ho un’idea
noi diciamo no a Gelmini day e night,
noi diciamo no a Gelmini day e night

Io non ho paura, non ho paura
e questo è il rap di Enea contro la dittatura
io non ho paura, no, non ho paura
voglio stare insieme ai miei e vicino alla cultura
e se c’è la crisi chi la pagherà?
noi siano tutti uniti dalla culla all’università
perché dobbiamo vincere e lo faremo

questa è un’onda anomala a tempo pieno
se ci sono streghe, fate e roi e nani
io faccio il rap di Enea e difendo il mio domani
e cari bimbi e bimbe qui termina il racconto
ma ricordate sempre che l’orco paghi il conto

Questo è il rap di Enea, ohhh Enea super rap
questo è il rap di Enea per le scuole elementari
questo è il rap di Enea ohh Enea super rap
questo è il rap di Enea
tagliamo i militari

SI VA IN ONDA SU ANNO ZERO, IN PULLMAN A ROMA

APPUNTAMENTI DI DOMANI

MATTINA
CHI PUO' SI SMONTI LA TENDA E RECUPERI LA SUA ROBA DAL CAMPO.

POMERIGGIO
15.00 SENATO ACCADEMICO ALLARGATO IN RETTORATO VIA PO 16

SERA

20.00 ALLE OFFICINE GRANDI MOTORI, VICINO AL POLITECNICO, PER PARTECIPARE AD ANNO ZERO.
23.00 SI RAGGIUNGE DIRETTAMENTE PIAZZA MASSAUA E SI SALE SUL BUS PER ROMA.

martedì 11 novembre 2008

Festa di fine anno agrario




nuovo decreto Gelmini

LEGGETE!!!!CONOSCERE PER CRITICARE.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta la necessita' ed urgenza di dettare norme che dispongono
una distribuzione delle risorse stanziate per l'anno 2008 per la
qualita' del sistema universitario, tenendo conto dei risultati dei
processi formativi e delle attivita' di ricerca scientifica, nonche'
della efficacia ed efficienza delle sedi didattiche;
Ritenuta la necessita' ed urgenza di disciplinare, in attesa del
riordino organico dei criteri di reclutamento dei professori
universitari, le procedure relative ai concorsi di imminente
espletamento, secondo criteri di trasparenza, imparzialita' e di
valorizzazione del merito;
Ritenuta la necessita' ed urgenza di assicurare immediate risorse
aggiuntive per garantire l'esercizio del diritto allo studio, in
attuazione dell'articolo 34 della Costituzione;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 6 novembre 2008;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

E m a n a

il seguente decreto-legge:

Art. 1.
Disposizioni per il reclutamento nelle universita' e per gli enti di
ricerca

1. Le universita' statali che, alla data del 31 dicembre di
ciascuno anno, hanno superato il limite di cui all'articolo 51,
comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, fermo restando quanto
previsto dall'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 21 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio
2008, n. 31, non possono procedere all'indizione di procedure
concorsuali e di valutazione comparativa, ne' all'assunzione di
personale.
2. Le universita' di cui al comma 1, sono escluse dalla
ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008 - 2009, di cui
all'articolo 1, comma 650, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. Il primo periodo del comma 13, dell'articolo 66 del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' sostituito dai seguenti: «Per
il triennio 2009-2011, le universita' statali, fermi restando i
limiti di cui all'articolo 1, comma 105, della legge 30 dicembre
2004, n. 311, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di
personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa
pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo
indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell'anno
precedente. Ciascuna universita' destina tale somma per una quota non
inferiore al 60 per cento all'assunzione di ricercatori a tempo
determinato e indeterminato e per una quota non superiore al 10 per
cento all'assunzione di professori ordinari. Sono fatte salve le
assunzioni dei ricercatori per i concorsi di cui all'articolo 1,
comma 648, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nei limiti delle
risorse residue previste dal predetto articolo 1, comma 650.».
Conseguentemente, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo
5, comma 1, lettera a), della legge 24 dicembre 1993, n. 537,
concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle
universita', e' integrata di euro 24 milioni per l'anno 2009, di euro
71 milioni per l'anno 2010, di euro 118 milioni per l'anno 2011 ed
euro 141 milioni a decorrere dall'anno 2012.
4. Per le procedure di valutazione comparativa per il reclutamento
dei professori universitari di I e II fascia della prima e della
seconda sessione 2008, le commissioni giudicatrici sono composte da
un professore ordinario nominato dalla facolta' che ha richiesto il
bando e da quattro professori ordinari sorteggiati in una lista di
commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore
scientifico-disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto
al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione.
L'elettorato attivo e' costituito dai professori ordinari e
straordinari appartenenti al settore oggetto del bando. Sono esclusi
dal sorteggio relativo a ciascuna commissione i professori che
appartengono all'universita' che ha richiesto il bando. Ove il
settore sia costituito da un numero di professori ordinari pari o
inferiore al necessario, la lista e' costituita da tutti gli
appartenenti al settore ed e' eventualmente integrata mediante
elezione, fino a concorrenza del numero necessario, da appartenenti a
settori affini. Il sorteggio e' effettuato in modo da assicurare, ove
possibile, che almeno due dei commissari sorteggiati appartengano al
settore disciplinare oggetto del bando. Ciascun commissario puo', ove
possibile, partecipare, per ogni fascia e settore, ad una sola
commissione per ciascuna sessione.
5. In attesa del riordino delle procedure di reclutamento dei
ricercatori universitari e comunque fino al 31 dicembre 2009, le
commissioni per la valutazione comparativa dei candidati di cui
all'articolo 2 della legge 3 luglio 1998, n. 210, e all'articolo 1,
comma 14, della legge 4 novembre 2005, n. 230, sono composte da un
professore ordinario o da un professore associato nominato dalla
facolta' che ha richiesto il bando e da due professori ordinari
sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori
ordinari appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando, in
numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente
necessari nella sessione. L'elettorato attivo e' costituito dai
professori ordinari e straordinari appartenenti al settore oggetto
del bando. Sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna commissione
i professori che appartengono all'universita' che ha richiesto il
bando. Il sorteggio e' effettuato in modo da assicurare ove possibile
che almeno uno dei commissari sorteggiati appartenga al settore
disciplinare oggetto del bando. Si applicano in quanto compatibili le
disposizioni di cui al comma 4.
6. In relazione a quanto disposto dai commi 4 e 5, le modalita' di
svolgimento delle elezioni, ivi comprese ove necessario le
suppletive, e del sorteggio sono stabilite con apposito decreto del
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca avente
natura non regolamentare da adottare entro 30 giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto. Si applicano in quanto
compatibili con il presente decreto le disposizioni di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 23 marzo 2000, n. 117.
7. Nelle procedure di valutazione comparativa per il reclutamento
dei ricercatori bandite successivamente alla data di entrata in
vigore del presente decreto, la valutazione comparativa e' effettuata
sulla base dei titoli e delle pubblicazioni dei candidati, ivi
compresa la tesi di dottorato, utilizzando parametri, riconosciuti
anche in ambito internazionale, individuati con apposito decreto del
Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, avente
natura non regolamentare, da adottare entro 30 giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, sentito il Consiglio
universitario nazionale.
8. Le disposizioni di cui al comma 5, si applicano, altresi', alle
procedure di valutazione comparativa indette prima della data di
entrata in vigore del presente decreto, per le quali non si sono
ancora svolte, alla medesima data, le votazioni per la costituzione
delle commissioni. Fermo restando quanto disposto al primo periodo,
le eventuali disposizioni dei bandi gia' emanati, incompatibili con
il presente decreto, si intendono prive di effetto. Sono, altresi',
privi di effetto le procedure gia' avviate per la costituzione delle
commissioni di cui ai commi 4 e 5 e gli atti adottati non conformi
alle disposizioni del presente decreto.
9. All'articolo 74, comma 1, lettera c), del decreto-legge
25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge
6 agosto 2008, n. 133, dopo le parole: «personale non dirigenziale»
sono inserite le seguenti: «, ad esclusione di quelle degli enti di
ricerca,».
Art. 2.
Misure per la qualita' del sistema universitario

1. A decorrere dall'anno 2009, al fine di promuovere e sostenere
l'incremento qualitativo delle attivita' delle universita' statali e
di migliorare l'efficacia e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse,
una quota non inferiore al 7 per cento del fondo di finanziamento
ordinario di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537,
e successive modificazioni, e del fondo straordinario di cui
all'articolo 2, comma 428, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con
progressivi incrementi negli anni successivi, e' ripartita prendendo
in considerazione:
a) la qualita' dell'offerta formativa e i risultati dei processi
formativi;
b) la qualita' della ricerca scientifica;
c) la qualita', l'efficacia e l'efficienza delle sedi didattiche.
2. Le modalita' di ripartizione delle risorse di cui al comma 1
sono definite con decreto del Ministro dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca, avente natura non regolamentare, da
adottarsi, in prima attuazione, entro il 31 dicembre 2008, sentiti il
Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca e il Comitato
nazionale per la valutazione del sistema universitario.
Art. 3.
Disposizioni per il diritto allo studio universitario dei capaci e
dei meritevoli

1. Al fine di favorire la mobilita' degli studenti garantendo
l'esercizio del diritto allo studio, il fondo per il finanziamento
dei progetti volti alla realizzazione degli alloggi e residenze di
cui alla legge 14 novembre 2000, n. 338, e' integrato di 65 milioni
di euro per l'anno 2009.
2. Al fine di garantire la concessione agli studenti capaci e
meritevoli delle borse di studio, il fondo di intervento integrativo
di cui all'articolo 16 della legge 2 dicembre 1991, n. 390, e'
incrementato per l'anno 2009 di un importo di 135 milioni di euro.
3. Agli interventi di cui ai commi 1 e 2 si fa fronte con le
risorse del fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61
della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relative alla programmazione
per il periodo 2007-2013, che, a tale scopo, sono prioritariamente
assegnate dal CIPE al Ministero dell'istruzione, dell'universita' e
della ricerca nell'ambito del programma di competenza dello stesso
Ministero.
Art. 4.
Norma di copertura finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'articolo 1, comma 3, pari a 24 milioni
di euro per l'anno 2009, a 71 milioni di euro per l'anno 2010, e a
141 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011, si provvede mediante
corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle
missioni di spesa di ciascun Ministero per gli importi indicati
nell'elenco 1 allegato al presente decreto. Dalle predette riduzioni
sono escluse le spese indicate nell'articolo 60, comma 2, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonche' quelle connesse
all'istruzione ed all'universita'.

Art. 5.
Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi' 10 novembre 2008

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Gelmini, Ministro dell'istruzione,
dell'universita' e della ricerca
Tremonti, Ministro dell'economia e
delle finanze

Visto, il Guardasigilli: Alfano