venerdì 13 novembre 2009

Assemblea Generale di Agraria e Veterinaria 16 Novembre ore 10.00 Aula Magna B sulla nuova riforma dell'Università


Ciao!
Il Governo ha presentato una nuova riforma dell’Università, che comprende alcuni provvedimenti dannosi per l’Università pubblica statale, ovvero:
- la conferma dei tagli dei fondi previsti dalla legge 133/08 (quasi 1,5 miliardi di euro in 5 anni)
- l’ingresso del 40% dei privati nel CDA dell’Università (cioè dove si decide su soldi, investimenti, finanziamenti, ecc.)
- l’eliminazione delle Facoltà
- la diminuzione dei corsi di studio
- tagli alle borse di studio

Invitiamo tutti gli studenti, tutti i ricercatori e tutti i docenti a partecipare numerosi all’Assemblea Generale di Agraria organizzata da noi rappresentanti degli studenti per lunedì 16 Novembre e alla manifestazione organizzata da SI – Studenti Indipendenti per martedì 17 Novembre.

Lunedì 16 Novembre
dalle ore 10.00
Aula Magna B
Assemblea Generale di Agraria e Veterinaria
Interverranno docenti, ricercatori e rappresentanti degli studenti per spiegare i contenuti e le conseguenze della riforma.

DIFFONDIAMO LA VOCE E PARTECIPIAMO!

Martedì 17 Novembre
Ore 9.00
Piazza Albarello, Torino
Manifestazione studentesca per la Giornata Internazionale del Diritto allo Studio, contro la riforma dell’Università
Volantino e documenti scaricabili qui: www.studentiindipendenti.org
E anche qui: http://agrariatorino.forumfree.net/?t=43813250

DIFFONDIAMO LA VOCE E PARTECIPIAMO!


I Rappresentanti degli Studenti di Agraria – IL FAGGIO
SI – Studenti Indipendenti

Manifestazione studentesca 17 Novembre 2009!




Università-Azienda. Ecco il futuro che il DDL Gelmini ci prospetta.

Il conto alla rovescia verso la fine dell’Università pubblica e statale, per come l’abbiamo conosciuta, è cominciato. Il Consiglio dei Ministri ha licenziato un disegno di legge che, una volta approvato dal Parlamento, concederà agli Atenei nove mesi di tempo per abortire se stessi e risorgere secondo le volontà dei manovratori. Gli autori del più drastico taglio di finanziamenti alle università a memoria di studente hanno finalmente partorito una riforma organica. Articolo dopo articolo, essa conferma e precisa i timori di degli studenti e dalle altre componenti dell’Università che si sono schierate a difesa del carattere libero e pubblico del sapere. La riforma è stata concepita e attuata senza consultare in alcun modo chi vive l’Università e giorno per giorno la costruisce come luogo di progresso e trasmissione della conoscenza. Solo i Rettori hanno avuto udienza, le richieste da loro avanzate a proposito del sistema di governo degli Atenei sono state soddisfatte. Il disegno di legge per come è stato concepito dal Consiglio dei Ministri è dunque il prodotto cristallino e incontaminato delle convinzioni del Governo in fatto di Istruzione, e vi si leggono chiaramente tutti i capisaldi ideologici che hanno segnato gli interventi dell’Esecutivo in questo campo a partire dalla legge 133/08.

La Governance, ovvero l’Università come azienda.

La Riforma Gelmini prevede indicazioni incredibilmente minuziose a proposito delle competenze e della composizione degli organi di governo degli Atenei. Il Consiglio d’Amministrazione vedrà enormemente accresciuti i propri poteri. Non dovrà più rispondere ad alcun altro organo, e avrà potere assoluto sulla programmazione economica e di bilancio, sulle assunzioni di tutto il personale dell’Ateneo (compresi ricercatori e docenti), sulla vita e sulla morte dei Corsi di Laurea e delle Sedi. Ma soprattutto, stabilirà «l’indirizzo strategico dell’Ateneo», sarà cioè contemporaneamente l’organo di direzione politica ed economica.
A fronte di questo potere, la sua composizione sarà tutt’altro che rappresentativa dell’università che esso dovrà guidare. Almeno il 40 per cento dei suoi membri, ovvero 5 su 11, sarà infatti esterno all’Ateneo. Con il voto del Rettore, essi dirigeranno le università.
Il Senato Accademico finora, pur con tutti i suoi difetti e la sua lentezza a prendere posizione, è stato il massimo organo direttivo e ha garantito che le scelte politiche degli Atenei fossero assunte da una compagine almeno parzialmente rappresentativa delle componenti del mondo del sapere universitario. Con la riforma esso verrà privato di ogni autonomia, diventerà un organo essenzialmente consultivo, esprimerà pareri sulla didattica e la ricerca ma non potrà nemmeno approvare un regolamento senza l’assenso del Consiglio d’Amministrazione.
La smania di semplificazione, infine, cancellerà i Consigli di Facoltà come assemblee decisionali composte da tutti i docenti, i ricercatori (per lo meno quelli strutturati) e le rappresentanze studentesche. Affiderà ai Dipartimenti anche il ruolo di organizzazione della didattica, caricandoli di competenze che mineranno la loro capacità di coordinare la ricerca. In questa prima parte della riforma, si affermano alcuni principi di importanza cruciale. Si insiste sui concetti di semplificazione ed efficienza, e il mezzo per ottenerli è una gestione tecnicamente aziendale dell’università. L’assimilazione del lavoro intellettuale a una qualunque forma di impiego produttivo ha dapprima sostituito la concorrenza e il libero mercato di idee alla collaborazione e alla libera circolazione dei saperi, e ora conduce a prevedere meccanismi di controllo analoghi a quelli delle imprese private. Si ritiene che una struttura viva e complessa come l’università possa essere gestita con la sola bussola della semplificazione. In quest’ottica, gli spazi di democrazia interna scompaiono, come residui di un passato consumato. Del Senato Accademico non resta nulla, i Consigli di Facoltà come luogo di discussione sono un vezzo incomprensibile, o peggio, una possibile minaccia proprio in quanto occasione di confronto.
Si fa strada una visione distorta, in cui il fatto che gli studenti, i ricercatori e i docenti gestiscano l’università in cui studiano e lavorano è deplorato come una sorta di conflitto di interessi. Viceversa, noi siamo convinti che esista un profondo conflitto di interessi proprio tra chi vive il sapere come forma di emancipazione personale e sociale, come promessa di progresso civile e umano, e chi al contrario nella migliore delle ipotesi ne valuta semplicemente le ricadute economiche. Sappiamo inoltre chiamare le cose con il nome che meritano, e l’autogoverno di una struttura sulla base della partecipazione attiva dei suoi membri non si chiama conflitto di interessi, bensì democrazia. E’ questa una parola indigesta al Governo, ma è l’unico principio ispiratore irrinunciabile di qualunque riforma del sistema universitario che abbia una speranza di guarirne i mali. Dalla possibilità di prendere parte alle decisioni deriva il senso di responsabilità che si dice manchi negli Atenei. Dalla discussione democratica derivano l’equilibrio nella gestione delle risorse per il bene di tutti e la costruzione di un senso di comunità che è indispensabile nell’attività scientifica. Non esiste altra strada possibile, e quella intrapresa con questa riforma è inaccettabile e fallimentare. L’ingresso dei privati nell’Università, in posizione dominante, segna infatti la privatizzazione di fatto dell’Istruzione universitaria. Da una parte lo Stato si disinteressa della formazione dei propri cittadini giustificando i tagli attraverso una propaganda che magnifica l’ignoranza ed etichetta la spesa per l’Istruzione come uno spreco. Dall’altra si stabilisce il principio per cui le scelte di gestione degli Atenei devono rispondere a criteri di produttività, agli interessi delle aziende e alle logiche di mercato. Coerentemente, il potere viene messo nelle mani di chi meglio conosce queste logiche.

Qualità, meritocrazia e diritto allo studio.

Siamo ormai abituati a sentir parlare di merito a sproposito. La retorica della valutazione costituisce nella riforma il pretesto per introdurre una struttura competitiva in cui la spartizione delle sempre più esigue risorse diventa una guerra tra poveri, costretti ad adeguarsi alla tirannia di parametri di dubbia efficacia pur di guadagnare qualche briciola. Qui non si tratta nemmeno di discutere i criteri con cui valutare la qualità degli Atenei, criteri che in passato sono stati disastrosamente limitati a considerazioni di contenimento della spesa, e di cui nella riforma non si fa parola. Si tratta di rigettare una logica per cui la valutazione della qualità non è un incentivo al miglioramento, in un’ottica di collaborazione. Essa è invece la via maestra per la definitiva liquidazione degli Atenei in difficoltà, e per la creazione di una classifica in cui le università si dividono tra quelle migliori e più ricche e quelle più povere e scadenti. E’ evidente come in questo modo si crei un circolo vizioso che a lungo andare lederà pesantemente il Diritto allo studio, in particolare nelle aree già economicamente deboli. Contemporaneamente il Ministero, e quindi lo Stato, disattende i propri doveri affidando l'amministrazione del Fondo Speciale per il Merito (appositamente creato da questa riforma) ad una società per azioni, che avrà il compito di gestire tutto ciò che concerne gli aiuti economici per gli studenti meritevoli, a partire dalla somministrazione dei test nazionali, passando per le somme da corrispondere, fino ai criteri di accesso al finanziamento. Inoltre lo Stato, invece di destinare risorse per “premiare il merito”, stabilisce che tale Fondo sarà alimentato da contributi pubblici e donazioni spontanee di privati, i quali potranno vincolare i finanziamenti erogati a specifici indirizzi di studio o attività di ricerca. E' lampante il futuro di questo Fondo, nel quale lo Stato progressivamente verserà sempre minori risorse, in ossequio al principio secondo cui l’Istruzione è una spesa e non un investimento. In breve tempo esso sarà rifornito quasi esclusivamente dal contributo privato, che tenderà fisiologicamente a potenziare lo studio di quelle discipline che possono avere un'immediata ricaduta economica, trascurando invece amplissimi ed importantissimi rami della Conoscenza e della Cultura. Lo si è già visto accadere con i Teatri Lirici, costretti a trasformarsi in fondazioni di diritto privato, che dallo scorso anno non hanno più ricevuto finanziamenti statali (ad esclusione de La Scala, La Fenice, e San Carlo). Per aggiungere il danno alla beffa di questa falsa “meritocrazia”, di diritto allo studio praticamente non si parla nella legge. Peggio ancora, il Parlamento delega il Governo a riorganizzare il Diritto allo Studio. Insomma, su questo punto la riforma è una scatola vuota. Rimane inspiegabile come sia possibile parlare di meritocrazia senza preoccuparsi di compensare le differenti possibilità di accesso a tutti i gradi dell'Istruzione. La meritocrazia, in questo contesto, non contribuisce minimamente ad abbattere barriere economiche e sociali, che da anni si vanno innalzando, e che con la Crisi sono diventate praticamente invalicabili. Chi ha la fortuna di poter studiare senza oneri, per provenienza e condizioni economiche, sarà premiato. Chi deve sostenere in parte o del tutto le spese per la propria istruzione, chi incontra ostacoli materiali e sociali di qualunque genere, verrà ulteriormente punito. In questo contesto, la meritocrazia è organica alla costruzione di una società fondata sul censo. Dove sono le borse di studio in base al reddito, la garanzia dei servizi abitativi e di ristorazione per tutti? Di questo si sente il bisogno, a maggior ragione se si vuole invertire la tendenza al decentramento delle Sedi, spesso dettato dalle stesse necessità economiche e industriali che questa riforma cerca di soddisfare, se non direttamente da interessi politici localistici. Lo Stato deve consentire a tutti di sostenere il costo della vita fuori sede, se ha intenzione di combattere l’idea dell’Ateneo sotto casa.
Limitatamente ad un unico punto del diritto allo studio, la legge diventa leggermente più specifica: il prestito d'onore. Ciò non fa che confermare ancora una volta la miopia dei nostri governanti, che in un periodo di catastrofica crisi economica e sociale ritengono che la soluzione stia nell’indebitarsi per studiare, prima ancora di percepire un reddito. Il tracollo economico è stato determinato anche dal crollo del mercato dei mutui e dei finanziamenti che i contraenti non riuscivano più a pagare. Il debito all’origine della crisi, è proposto come soluzione: questa è la concezione di Diritto allo studio propagandata dal nostro Governo.

Reclutamento, un biglietto di sola andata per l’estero.

Anche nell’ambito dell’organico, infine, la Gelmini dimostra come le promesse di trasparenza, lotta al baronato, nuove possibilità per i giovani fossero nient’altro che propaganda.
La riforma istituisce l’«abilitazione nazionale» come titolo preferenziale per l’insegnamento, e affida interamente agli ordinari le commissioni preposte al suo conferimento.
Scompare la figura del “ricercatore confermato”, che fino ad oggi veniva giudicato da un'apposita commissione dopo i primi tre anni di ricerca. Si potrà usufruire di assegni di ricerca o essere assunti come ricercatori a tempo determinato. I primi durano da uno a tre anni, i secondi tre anni con una possibilità di rinnovo. In ogni caso, lo status di ricercatore non potrà durare più di dieci anni. Dopodiché l’unica speranza consiste nell’essere assunti come associati, ma la riduzione delle risorse - con quali fondi verranno pagati i famigerati ricercatori a tempo determinato ? - e la politica del blocco del turn-over rendono evanescente questa possibilità. Non resta, insomma, che la prospettiva della fuga verso l’estero.

In questo momento è d'obbligo per tutti gli studenti, ricercatori e personale universitario battersi per fermare questo provvedimento, altrimenti decreteremo, tra non molto tempo, la morte ufficiale dell'Università pubblica e statale.

Studenti Indipendenti Torino

martedì 10 novembre 2009

Comunicato SI: solidarietà ai lavoratori Eutelia!


Gli Studenti Indipendenti esprimono massima solidarietà ai lavoratori dell'AGILE (exEutelia) che stanno lottando per mantenere il loro posto di lavoro. Giudicano grave che non siano stati presi provvedimenti da parte del governo nonostante non vengano erogati gli stipendi da diversi mesi e che di fatto la dirigenza stia guidando l'azienda verso il fallimento. 2000 posti di lavoro a rischio in tutta Italia circa 180 nella sola Torino hanno portato i lavoratori ad occupare i locali aziendali.
Nella sede torinese sita presso il Cantro Piero della Francesca i dipendenti stanno occupando da diverse settimane per protestare contro una situazione che diventa sempre più drammatica e i rappresentanti Fiom coinvolti nella lotta denunciano il rischio che che attorno alla vertenza si crei un muro di indifferenza da parte della politica e dei media.
Grande indignazione e rabbia suscita tra gli studenti l'aggressione di stampo squadrista avvenuta contro i lavoratori che occupano la sede di Roma dove l 10 novembre con motivazioni ancora poco chiare un gruppo di "vigilantes" guidato dall'ex Ad Eutelia Samuele Landi ha fatto irruzione nei locali spacciandosi per poliziotti e assumendo un atteggiamento aggressivo e provocatorio.

Comunicato della FIOM CGIL 10/11/09
“Questa mattina alle 5.20 una squadraccia di una quindicina di uomini capitanata dall’ex amministratore delegato di Eutelia, Samuele Landi, ha fatto irruzione nella sede romana di Eutelia presidiata all’interno dai lavoratori”. Lo rende noto la Fiom Cgil in un comunicato.
“Con piedi di porco hanno divelto le porte degli uffici - scrive ancora la Fiom Cgil - hanno svegliato i lavoratori che presidiavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi”.
“L’immediato arrivo delle forze dell’ordine, chiamate dai lavoratori, ha evitato il peggio visto l’atteggiamento violento e arrogante di questi loschi personaggi”, si legge ancora nella nota.
La Fiom nazionale ritiene "gravissimo l’atto di aggressione compiuto con metodi squadristici" e ritiene "intollerabile il ritardo del Governo nell’affrontare una situazione che, da diversi giorni, denunciamo come drammatica e pericolosa. Ci aspettiamo - conclude la Fiom nella nota - l’immediata convocazione del tavolo Eutelia Agile alla Presidenza del Consiglio”.

martedì 27 ottobre 2009

Assedio al Governo: mobilitazione nazionale!




LA REPUBBLICA DELLE BANANE

Istantanea di un paese alla frutta



Lavoro e crisi
Per il governo fino all'altro ieri la crisi non esisteva. Migliaia di lavoratori finiti in cassa integrazione non rappresentavano un problema degno delle attenzioni dell'esecutivo. Si trattava, in fondo, di una questione psicologica. Tutto si sarebbe risolto con qualche sorriso e un po' di ottimismo.
Mentre oggi Tremonti, in una sorta di conversione religiosa, riscopre il valore del posto fisso - forse un po' tardi? - nel non lontano 2003 lo stesso ministro dell'economia approvava la legge 30, di fatto decretando la morte della stabilità del lavoro.
Da anni assistiamo al sistematico svuotamento di ogni forma di tutela del lavoratore, la cui precarietà diventa esistenziale, non risparmiando alcuna fase della sua vita biologica e sociale (formazione, specializzazioni, stage e tirocini, lavoro interinale, mobilità, cassa integrazione, incognita pensioni...). Parallelamente, il lavoratore si ritrova espropriato del prodotto del suo lavoro (sia esso materiale o intellettuale, consapevolmente o inconsapevolmente) a favore dei vertici dell'industria nazionale e multinazionale cui – come è facile immaginare – la crisi non tocca più di tanto, in particolare da quando il trasferimento di capitali fuori dall'Italia è diventato norma. Tanto poi ci pensano i condoni o, in alternativa, lo scudo.

Libertà di informazione
L'Italia scivola dal 44° al 49° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa del 2009, stilata da Reporters Sans Frontières.
Un desolante e progressivo arretramento, testimonianza di una pericolosa anomalia per la quale il Presidente del Consiglio del nostro paese esercita il controllo diretto su tre reti televisive e un'autorità indiretta ma altrettanto pervasiva sui canali pubblici. Il capo del governo utilizza i mezzi di comunicazione a sua disposizione per minacciare, sfruttando fatti (reali e inventati) della vita privata, chiunque osi avanzare critiche al suo potere.
Nel frattempo i tg delle reti nazionali tacciono imbarazzanti e preoccupanti capitoli del comportamento e dell'operato del nostro governo, che condizionano pesantemente la vita politica del nostro paese.
Reporters Sans Frontières e Freedom House sono associazioni riconosciute da tutte le istituzioni globali come organi indipendenti di controllo sullo stato delle democrazie mondiali. Hanno evidenziato le difficoltà che impediscono ai giornalisti italiani di svolgere il proprio lavoro: le minacce della criminalità organizzata, il forte controllo del governo sul sistema dei mass-media, i progetti di legge che tendono a limitare pesantemente l’esercizio di una completa informazione sull’attività giudiziaria.

Attacco all'università pubblica
Il potere d’indottrinamento dei media, spaventoso di per sé, viene ora supportato dalla campagna di denigrazione e dal progetto di dismissione dell’Istruzione Pubblica. La riduzione continua dei finanziamenti alla Scuola Pubblica e il disinteresse ostentato dallo Stato nei confronti della formazione critica dei cittadini appaiono funzionali a questo più vasto intento. L’intera strategia (che si concretizza nelle leggi 133/08 e 1/09 ma accomuna nello spirito riforme e provvedimenti finanziari precedenti) si precisa nella spinta alla privatizzazione dell’intero sistema educativo. La proposta di legge Aprea, infatti, estende questa linea di condotta alle scuole di ogni ordine e grado. A questo proposito, in un testo visionario del 1950, Calamandrei notava come la privatizzazione fosse un passaggio obbligato sulla via del controllo dell’Istruzione, poiché “le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata”.
Il risultato della manovra, in assenza di un’opposizione determinata della cittadinanza, non potrà che essere l’instaurazione di un sistema censitario, nel quale una minoranza di privilegiati potrà permettersi un’istruzione di alto profilo, seppure opportunamente orientata secondo criteri localistici, o peggio riconducibili agli stessi gruppi finanziari e imprenditoriali di cui Silvio Berlusconi è il maggiore esponente. Per tutti gli altri non resta che un’istruzione pubblica disastrata, associata all’onnipotenza della Cattiva Maestra Televisione, per dirla con Popper.
Ciò cui stiamo assistendo, in quest’ottica, è un vero e proprio mutamento antropologico, anticipato con lucidità cristallina dall’analisi di Pasolini, che descrive la televisione non come un 'insegnamento', bensì come un ” 'esempio': i 'modelli', cioè, attraverso la televisione, non vengono parlati, ma rappresentati. […] I giovani, insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme della irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino alla infelicità (che non è una colpa minore)”.

Immigrazione
Le leggi in materia di immigrazione rispecchiano pienamente la maggioranza che le ha elaborate: sono razziste, xenofobe e pericolose. Il delirio securitario che ha invaso il nostro Paese ha dato origine a norme che ricordano periodi bui del secolo da poco trascorso. Provvedimenti come il reato di clandestinità vanno a negare ai migranti senza permesso di soggiorno la possibilità di accedere e godere di diritti fondamentali come: il diritto d’asilo, il diritto alla salute e i diritti dei minori, in contemporanea vengono legittimate le peggiori pulsioni xenofobe attraverso le ronde.

L’accentramento dei poteri e l'attacco alle istituzioni dall'interno
Oggi assistiamo ad un costante attacco al cardine dello Stato di diritto: la separazione dei poteri. Il Consiglio dei Ministri, peraltro ridotto a una funzione di mera ratifica delle volontà di Silvio Berlusconi, si appropria abitualmente della funzione legislativa abusando dell’istituto del decreto legge, consentito dalla Costituzione solo “in casi straordinari di necessità e d’urgenza”.
In questo tentativo di screditare i meccanismi costituzionali dello Stato si concreta un attacco dall'interno alle istituzioni.
La bocciatura da parte della corte costituzionale del tentativo di dare l’immunità per le più alte cariche dello Stato, l'alternativa riproposizione dell'immunità parlamentare, la volontà di intralciare l’attività giudiziaria e di porla sotto il diretto controllo del governo, la legge “bavaglio” sulle intercettazioni, i continui attacchi al Presidente della Repubblica, chiudono il cerchio: oggi ci troviamo in una delle più grandi crisi istituzionali della Repubblica.

Mafia, stato e grandi opere
Le inquietanti rivelazioni di pentiti e magistrati rispetto agli accordi presi tra mafia e centri di potere politico durante la stagione delle stragi potrebbero oggi finalmente far luce sulla compenetrazione tra criminalità organizzata e istituzioni statali.
Papello e trattative tra politica e cosche non sono che l'ennesima conferma di quanto la mafia goda di ampi spazi e appoggio all'interno dello Stato e delle sue emanazioni.
La mafia si nutre di traffici di armi e di droga, di riciclaggio, di racket. Ma soprattutto di appalti. Mai come in questo momento le grandi opere come il ponte sullo stretto di Messina e la linea TAV rappresentano linfa vitale per le imprese colluse (vedi la sabauda Impregilo), che fruiscono di appalti fantasma e dirigono lavori senza alcun controllo.

Ambiente
Il governo Berlusconi si è insediato talmente bene sul territorio italiano che ha deciso di sfruttarlo, comprarlo, venderlo e consumarlo.
Dietro a tanti dei provvedimenti attuati in materia ambientale e di sviluppo del territorio si nasconde il vantaggio economico di pochi (quasi sempre gli stessi), fatto nell'ottica dell'utile da ridistribuire e non dell'ambiente in cui tutti viviamo, da salvaguardare per la nostra salute di oggi e a quella dei nostri figli domani.
Questo governo nasconde i propri interessi economici e traffici sottobanco grazie alle luccicanti Grandi Opere, talvolta fittizie, spesso inconcluse o inoperative, altre volte realizzate ma fin troppo invasive. Questi i casi della TAV , del piano C.A.S.E., degli inceneritori, dell'edilizia pubblica, e non ultimo del Ponte sullo Stretto di Messina, opera di primaria necessità per questo governo rispetto a una concreta azione contro l’abusivismo edilizio.
Condono, cementificazione, e privatizzazione delle risorse fondamentali quali l'acqua pubblica sono esempi tra i tanti delle politiche di sfruttamento e di utilizzo scriteriato del territorio. Anche tutto ciò rientra nel gioco della grande copertura, a discapito non solo degli spazi e dei beni pubblici ma della stessa bellezza del nostro territorio.

Il ruolo della donna
“Lei, sempre più bella che intelligente”.
Ecco il modo in cui il nostro premier considera le donne, non solo in politica.
Guardiamo all'immagine che viene data delle donne nel mondo mediatico: una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante che riduce il corpo della donna a puro oggetto del desiderio maschile.
Vengono così negate sia le capacità individuali, sia l'apporto che una lettura del reale al femminile può dare: la perdita è enorme.
La cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte dell'universo femminile.
È necessaria una valorizzazione della donna, non già inseguendo una fittizia parità, ma cercando di mantenere salda la differenza e la ricchezza di genere.

Omofobia
In Italia non esiste alcuna legge che riconosca un’aggravante specifica per i reati commessi in odio a persone omosessuali, bisessuali e transgender.
La diffusione e la cristallizzazione di stereotipi limitano le possibilità di riconoscimento individuale e sociale. L'introiezione di tali pregiudizi causa forme di mancanza di stima con conseguenti fenomeni di autocensura.
L'assenza di una reale percezione di tutela e l’omofobia interiorizzata determinano che la stragrande maggioranza dei casi di violenza omofobica non vengano nemmeno denunciati.
È di conseguenza impossibile avere una rilevazione statistica attendibile, o reperire informazioni ufficiali da parte delle Forze dell’ordine in merito a reati di carattere omofobico.
L'incapacità di produrre un'analisi coerente della realtà da un lato rende impossibile quantificare la diffusione e la gravità del fenomeno dall'altro non fa che confermare e alimentare lo stato attuale dei pregiudizi, privando i soggetti degli strumenti critici per una decostruzione degli stessi.

NOI DEL FAGGIO CI SAREMO!

giovedì 8 ottobre 2009

Mobilitazione Nazionale: Corteo Studentesco 9/10 a Torino



Per la difesa del Libero Sapere e dell'Università Pubblica Statale - solidarietà agli Studenti medi degli Istituti Superiosi Torinesi

I provvedimenti del governo Berlusconi in materia di Università (Legge 133/08 e Legge 1/09, più quelli che certamente arriveranno in autunno) rappresentano l'ennesimo approdo di un processo portato avanti da governi neoliberisti e piduisti di ogni colore, che hanno considerato e tutt’oggi considerano:

- la cultura, la conoscenza e il lavoro come merce, il cui unico valore è quello monetario, anziché come bene comune;

- le scuole di ogni ordine e grado come un'impresa il cui unico scopo è il profitto economico, in pieno spirito capitalista;

- lo studente come un cliente per le scuole private, con rette sempre più alte e offerta formativa sempre più ridotta

- il laureato uno schiavo da sfruttare e da tenere sotto controllo attraverso il precariato.


Contro questa visione di società fondata esclusivamente sul denaro quale unico ideale dominante noi universitari siamo pronti a nuove mobilitazioni diffuse sul territorio.

Proprio in quest’ottica si colloca la manifestazione che si svolgerà Venerdì 9 Ottobre 2009, con ritrovo in Piazza Arbarello alle ore 9.00.

Noi studenti universitari rinnoviamo l'impegno nel combattere con ogni mezzo civile a nostra disposizione i provvedimenti che, sotto qualunque bandiera, perseverino nel tentativo di smantellare il patrimonio culturale irrinunciabile che l’Istruzione rappresenta per la società. Ribadiamo inoltre la vicinanza a tutti coloro che singolarmente o collettivamente lottano per una scuola libera, pubblica, statale e di qualità come sancito dall'art.33 della Costituzione Italiana.
Dobbiamo avere il coraggio di alzare la voce, di parlare e di farci sentire: un’altra società e un’altra Università sono possibili. La nostra consapevolezza di essere cittadini dell’Università, cioè portatori di diritti e di doveri, non può fermarsi alle aule universitarie. Ci impone anzi di guardare al di fuori, perché l’Università stessa si occupa di ciò che si trova all’esterno delle sue aule.
Abbiamo il dovere di allargare la partecipazione alle lotte utilizzando una adeguata ed efficace strategia comunicativa, affinché l'anteporre il valore del diritto al prezzo del denaro torni ad essere una necessità sociale di tutti i cittadini. In questo il settore dell'istruzione deve essere in prima linea, perché la conoscenza deve essere posta al servizio della cittadinanza come strumento di crescita individuale e collettiva, di emancipazione sociale e di ricchezza intellettuale.

Questi sono i motivi che ci spingono a invitare tutti gli studenti, il mondo accademico, le realtà sociali, politiche, sindacali e tutta la cittadinanza a partecipare al corteo.
Rivolgiamo l'appello anche ai lavoratori delle fabbriche e delle aziende, molti dei quali vittime di licenziamento o cassa integrazione, e ai precari di ogni settore: l'affermazione del diritto al lavoro e del diritto allo studio devono procedere di pari passo, come due momenti indispensabili per la costruzione di una società giusta, matura e consapevole.

Nell’attuale società, che precipita nel baratro dell’individualismo, è il momento di riaffermare che il popolo, unito, non può essere sconfitto.

mercoledì 7 ottobre 2009

Festa dei 10 Anni del Collettivo IL FAGGIO 7 Ottobre 2009 sui prati del Campeggio!



MERCOLEDI' 7 OTTOBRE 2009
FESTA AD AGRARIA
DALLE 15.00 SUI PRATI DEL CAMPEGGIO

IL FAGGIO 1999-2009: 10 ANNI DI RADICI RESISTENTI!


Siete tutti invitati alla Festa dei 10 Anni del Collettivo IL FAGGIO che si terrà mercoledì 7 Ottobre dalle ore 15.00 alle ore 20.00 presso i prati del Campeggio di Occupazione della Facoltà di Agraria a Grugliasco, via Leonardo da Vinci, 44.
Bel paesaggio, buon vino, buona musica, bella gente, nella migliore tradizione delle Feste di Agraria!
Chi vuole suonare porti chitarra e bonghi, chi vuole cantare si porti il canzoniere, chi vuole bere si porti il bicchiere.

Ad un anno dall'inizio del Campeggio di Occupazione di Agraria e Veterinaria, sorto in difesa dell'Università pubblica statale contro i provvedimenti della Legge 133/08, rivolgiamo un invito a tutti coloro che hanno condiviso con noi le lotte di questi anni per la festa di compleanno del Collettivo degli Studenti di Agraria di Torino - IL FAGGIO, attivo dal 1999. Sarà occasione per ritrovarsi e divertirsi tutti insieme, ricordando quanto condiviso e realizzato nel tempo e rilanciando una nuova stagione di cittadinanza attiva anche all'Università.

Ospiti d'onore: i Partigiani Combattenti dell'ANPI di Grugliasco

Come si arriva alla sede di Agraria, il Campus di Grugliasco?
Trasporti: linea 44, linea 38, linea 17, metro fino a Fermi e poi linea 76 fino in Facoltà.
Per chi arriva da fuori Torino: Stazione Porta Nuova - metropolitana fino a capolinea Fermi - linea 76 fino in Facoltà.
Per chi arriva in auto: chiusura posteggio ore 19.00, meglio lasciare la macchina fuori.
Alle ore 20.00, in qualunque condizione voi siate, dovete essere fuori dal Campus (c'è un parchetto di fronte per chi vuole continuare).

Diffondete la notizia!

i Rappresentanti degli Studenti di Agraria
Collettivo IL FAGGIO

lunedì 5 ottobre 2009

CONTROGUIDA DI AGRARIA: BENVENUTI!



DISTRIBUZIONE DELLE 250 CONTROGUIDE DI AGRARIA (PRIMO ANNO DI QUEST'INIZIATIVA!)

Benvenut* ad Agraria!

Il preziosissimo libretto che avete tra le mani è la Controguida degli Studenti di Agraria. È stata scritta da noi studenti veterani per le nuove matricole, per integrare le guide ufficiali con informazioni essenziali per vivere consapevolmente l’Università fin dal primo giorno. Rispetto alle scuole superiori vi sarete resi conto di essere in un mondo totalmente diverso: niente registro delle presenze, niente interrogazioni o verifiche a sorpresa, niente note e nemmeno richiami del preside (a meno che non tiriate giù gli alberi della facoltà). A seconda di come la vedete, potete sentirvi liberi di fare quello che volete (cazzate comprese) o totalmente persi; qui ci sono un po' di informazioni e consigli di studenti veterani che speriamo possano aiutarvi a intraprendere la carriera universitaria senza perdere né esami né ciucche veramente epiche.

I Rappresentanti degli Studenti della Facoltà di Agraria
Collettivo IL FAGGIO



“… rimane soltanto il coraggio dell’Utopia”.
[Sandro Pignatti, Assalto al Pianeta]



Questa Controguida
è dedicata a David Bertrand,
studente di Agraria e volontario AIB
partito con la prima squadra
per l’ultimo bosco.
Per fare qualcosa di più
oltre al proprio dovere.
Proprio 10 anni fa.

giovedì 10 settembre 2009

SI: SOLIDARIETA' AI PRECARI DELLA SCUOLA



Torino, 10 Settembre 2009

SI: SOLIDARIETA' AI PRECARI DELLA SCUOLA!

Gli Studenti Indipendenti esprimono la propria solidarietà ai precari della scuola e della ricerca che in questi giorni hanno attivato un presidio in piazza Carlo Alberto a Torino per protestare contro i licenziamenti e i provvedimenti del governo che:
- tagliano circa 40.000 posti tra personale docente e non docente, dando luogo al più vasto licenziamento di massa della storia della Repubblica
- indeboliscono ulteriormente la scuola pubblica statale eliminando importanti risorse
- privano milioni di studenti della continuità didattica

Questi provvedimenti rappresentano l'ennesimo approdo di un processo portato avanti da governi neoliberisti e piduisti, che hanno considerato e considerano la scuola un'impresa il cui unico scopo è il profitto economico, lo studente un cliente per le scuole private, il lavoratore uno schiavo da sfruttare e il lavoro una merce anzichè un diritto/dovere.

Gli Studenti Indipendenti rinnovano l'impegno nel combattere con ogni mezzo civile a propria disposizione i provvedimenti del Governo Berlusconi in materia di istruzione e formazione, e ribadiscono la vicinanza a tutti coloro che singolarmente o collettivamente lottano per una scuola libera, pubblica, statale di qualità come sancito dall'art.33 della Costituzione Italiana.

Rivolgendosi anche ai lavoratori delle fabbriche e delle aziende che attualmente sono in fase di chiusura, trasferimento all'estero e licenziamento, gli Studenti Indipendenti invitano tutti gli studenti, il mondo accademico, le realtà sociali, politiche, sindacali e tutta la cittadinanza a partecipare alla fiaccolata che si terrà venerdì 11 Settembre dalle ore 19.30 alle 22, ritrovo davanti alla RAI, via Verdi 16, Torino.

SI - Studenti Indipendenti

martedì 1 settembre 2009

Passaggio al DM 270/04: SOLO immatricolati 2008/2009



Questa comunicazione vale ESCLUSIVAMENTE per gli studenti immatricolati nell'A.A. 2008/2009 (quelli che hanno svolto il primo anno quest'anno).

Ciao!
Lo staff di Presidenza della Facoltà ha inserito sul sito la pagina relativa al passaggio di ordinamento, dal 509/99 al DM 270/04:

http://agraria.campusnet.unito.it/cgi-bin/avvisi.pl

TUTTI GLI STUDENTI IMMATRICOLATI NELL'ANNO ACCADEMICO 2008/2009 DEVONO COMPILARE E CONSEGNARE IN SEGRETERIA ENTRO IL 2 OTTOBRE IL PROPRIO MODULO PER POTER EFFETTUARE QUESTO PASSAGGIO!

Quindi:
1) Scaricare il modulo del Corso di appartenenza
2) compilarlo come indicato
3) consegnarlo in Segreteria Studenti negli orari di apertura degli sportelli entro la scadenza (venerdì 2 Ottobre)

Ricordiamo che la Segreteria Studenti è aperta:
- dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 11.00,
- martedì, mercoledì e giovedì anche dalle 13.30 alle 15.00.

PASSATE PAROLA AI VOSTRI COMPAGNI DI CORSO!

i Rappresentanti degli Studenti di Agraria - IL FAGGIO
SI - Studenti Indipendenti
www.studentiindipendenti.org

martedì 25 agosto 2009

Agraria: Info su Iscrizioni, Immatricolazioni e Tasse 2009/2010



Ciao!
Inviamo i riferimenti utili per trovare tutte le informazioni necessarie a immatricolarsi (cioè iscriversi al primo anno), iscriversi agli anni successivi al primo, pagare le tasse universitarie e richiedere l'inserimento nelle fasce di reddito ISEE per ottenere la riduzione tasse.
Consigliamo di leggere attentamente e per intero le pagine dei link e i Regolamenti: essere ben informati significa non farsi fregare da questo o quell'ufficio dell'Università e soprattutto di non scoprire opportunità e pagamenti dopo le scadenze.

Informazioni sulle Immatricolazioni: http://www.unito.it/speciale_immatr_iscriz.htm

Informazioni sul TARM di Agraria: http://agraria.campusnet.unito.it/cgi-bin/home.pl/View?doc=tarm.html

Informazioni sulle Iscrizioni agli anni successivi al primo: http://www.unito.it/iscrizioni_anni_successivi.htm

Informazioni sulle Tasse Universitarie: http://www.unito.it/tasse.htm

Regolamento Tasse e Contributi: http://www.unito.it/documenti/RegolamentoTasse_2009-2010.pdf
Regolamento inserimento nelle fasce contributive: http://www.unito.it/documenti/RegolamentoFASCE_a.a.2009-2010.pdf

Informazione sui ISEE e centri CAF: http://www.edisu.piemonte.it/cms/requisiti-economici-isee-iseeu-e-caf.html

Ricordiamo che da quest'anno le fasce di reddito ISEE per richiedere la riduzione tasse sono state cambiate: è stata aggiunta la settima fascia oltre gli 80.000 euro ISEE il cui contributo prevede 1.900 euro, circa 300 euro di più rispetto alla vecchia fascia massima dell'anno scorso. Questo aumento, contro il quale ci siamo battuti durante la sessione estiva di giugno e luglio, è dovuto sia alla cattiva gestione finanziaria dell'Ateneo e sia al primo dei tagli ai finanziamenti previsti per le Università pubbliche statali contenuti nella Legge 133/08 (1,5 miliardi di euro circa in 5 anni).
Quindi, secondo il Regolamento Tasse e Contributi, chi non presenta documentazione ISEE finisce in fascia massima, che non è più la sesta da 1.600 euro come l'anno scorso, ma la settima da 1.900 euro di quest'anno!
Consigliamo a TUTTI di presentare la domanda per la riduzione tasse, recandosi ai CAF convenzionati con l'EDISU muniti della dovuta documentazione per richiedere il calcolo ISEE e poter inserirsi nelle fasce.


i Rappresentanti degli Studenti di Agraria - IL FAGGIO
SI - STUDENTI INDIPENDENTI
www.studentiindipendenti.org

mercoledì 5 agosto 2009

SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA INNSE!



NOI STUDENTI DEL COLLETTIVO IL FAGGIO ESPRIMIAMO SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA INNSE E ALLE LORO FAMIGLIE!
VI DEDICHIAMO QUESTA CANZONE!

lunedì 6 luglio 2009

QUESTIONE TASSE: aggiunta settima fascia oltre 80.000 €, compiliamo tutti l'ISEE!



IL VIDEO DEL PRESIDIO DI OGGI IN RETTORATO



Comunicato sul Senato Accademico del 6 Luglio

Nella seduta del 6 Luglio, il Senato Accademico ha deliberato l’istituzione di una fascia di contribuzione aggiuntiva, la settima, per i redditi superiori agli 80.000 €, in base al calcolo ISEE, e per tutti coloro che non presentano il modello ISEE (effettuabile nei CAF convenzionati, consultabili sul sito www.edisu.piemonte.it) entro i tempi stabiliti dall'EDISU per l'inserimento nelle fasce contributive.
Gli Studenti Indipendenti hanno espresso voto contrario a questa proposta per tre motivi:
- la fascia di contribuzione aggiuntiva implica comunque lo sforamento del limite legale fissato al 20% del FFO della contribuzione studentesca
- l'aumento della tassazione fa ricadere sugli studenti le conseguenze dei tagli del Governo (Legge 133/08).
- l'UniTO non mette in discussione il sistema università e i suoi sprechi ma preferisce ricorrere a soluzioni semplici che pesano sulle tasche degli studenti.

Questa delibera è il frutto di una lotta che gli Studenti Indipendenti hanno portato avanti in questi mesi nelle istituzioni, fra gli studenti. Prima di approvare l'istituzione della settima fascia, il Senato Accademico aveva proposto due soluzioni alternative, entrambe inaccettabili:
- una sovrattassa non fasciata e variabile (da 50 a 300 €) in base alla Facoltà;
- un aumento per tutte le fasce variabile da 20 € per la prima ai 120 € per la sesta.
Rivendichiamo la parziale vittoria ottenuta solo grazie alla ferma opposizione dei SI in tutti i Consigli di Facoltà, e negli organi centrali che ha costretto l'università a rivedere entrambe le proposte, che erano sicuramente peggiori, e che gravano di più sui redditi degli studenti delle fasce più basse.
Nonostante questi primi passi indietro dell’Amministrazione, rimane netta l'opposizione degli Studenti Indipendenti all’aumento delle tasse e ai tagli alla didattica e alla ricerca.
Gli Studenti Indipendenti porteranno avanti la loro battaglia per una revisione delle fasce contributive e per una gestione condivisa e trasparente della situazione economica dell’Ateneo, e per una riforma del sistema universitario.
I SI inoltre chiedono con più forza al Rettore e al Senato Accademico di esprimere una posizione politica di totale contrarietà alle decisioni che il Ministero sta portando avanti, volte, con una politica di tagli, a favorire la privatizzazione degli atenei.
Gli Studenti Indipendenti ricordano il ruolo fondamentale svolto dagli studenti, dai dottorandi, dai ricercatori, dai precari e dai sindacati presenti al presidio del 6 Luglio e sperano che la partecipazione civile e politica di tutti i soggetti coinvolti nel sistema universitario possa continuare ad aumentare.

SI - Studenti Indipendenti

www.studentiindipendenti.com

giovedì 2 luglio 2009

AGRARIA OCCUPATA il 2 Luglio contro l'aumento delle tasse



Comunicato del Collettivo di Agraria Uni.TO – IL FAGGIO
2 Luglio 2009



Oggi il Collettivo di Agraria - Il Faggio ha deciso di tornare ad occupare la propria Facoltà, come già sperimentato con il campeggio di quest’autunno. Come sempre (anche in sessione di esame) ci battiamo in difesa dei diritti degli studenti, questa volta minacciati dall’aumento delle tasse. I tagli indiscriminati al F.F.O. dell'Università pubblica statale operati dal Governo Berlusconi (Legge 133/08 e 1/09) e la cattiva amministrazione dell'Ateneo non possono ricadere sulle spalle degli studenti, eppure già dall'autunno scorso si prospettava questo scenario, da noi prontamente denunciato durante le nostre assemblee e i nostri precedenti comunicati.

CI VOGLIONO AUMENTARE LE TASSE!!!

Ci opponiamo a questa scelta che delinea una politica:
• che vede negli studenti dei portafogli da spremere anzichè degli investimenti per il futuro del Paese e della società
• che guarda alle Facoltà come fonti di risorse (o profitto = fondazioni) e non sedi di ricerca e didattica, come previsto dall’art.1 dello Statuto di Ateneo
• che propone solo palliativi estemporanei per una carenza di fondi che diverrà cronica e insostenibile nel corso dei prossimi anni
• che porterà inesorabilmente e a tappe sempre più serrate alla sostituzione dell’Università pubblica statale con l’Università classista e privatizzata
• di illegalità, in quanto il limite previsto per la contribuzione studentesca (20%) verrà ampiamente superato

Pertanto invitiamo a far fronte comune tra studenti, Facoltà e Organi centrali al fine di eliminare gli sprechi e combattere uniti per costruire un’opposizione ferrea, tanto nelle istituzioni quanto nel movimento, alla politica di privatizzazione e di tagli indiscriminati all’Università pubblica statale portata avanti da governi piduisti e neoliberisti.

Intanto si continuano ad approvare leggi che finanziano le scuole paritarie private (la crisi non c’è per tutti?) a discapito dell’impoverimento di quelle pubbliche statali e del diritto a scuole pubbliche di ogni ordine e grado, come previsto dall’art. 33 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Ci rammarichiamo che non tutti i rappresentanti degli studenti denuncino, come OBIETTIVO STUDENTI espressione di COMUNIONE E LIBERAZIONE all’interno dell’Università, la gravità della situazione e prendano una posizione chiara e netta contro l’aumento delle tasse universitarie: questo fa di loro dei complici.

Esprimiamo forte preoccupazione per i tanti segnali, come questI, che contribuiscono inequivocabilmente all’impoverimento culturale dei cittadini italiani e quindi all’indebolimento dello Stato.

NO ALL’AUMENTO DELLE TASSE,
SI ALL’UNIVERSITÀ PUBBLICA, STATALE E SOSTENIBILE!



i rappresentanti degli studenti di Agraria unitamente al loro Collettivo – IL FAGGIO

lunedì 29 giugno 2009

TASSE: la Commissione Didattica è favorevole all'aumento, e noi preSIdiamo!



-Notizie dalla Commissione Didattica del Senato Accademico -29-06-09-

NON SI PARLA PIU' DI TASSE DI FACOLTA', MA L'UNIVERSITA' DI TORINO NON DESISTE DAL VOLER FAR PAGARE AGLI STUDENTI I TAGLI DELLA GELMINI!

Oggi 29 -6-09 la commissione didattica di Ateneo ha espresso parere favorevole all'aumento della tassazione ordinaria per gli studenti, dai 20 euro per la prima fascia ai 100 per l'ultima, preannunciando il consapevole sfondamento del limite legale della contribuzione studentesca.

Gli Studenti Indipendenti ribadiscono la loro ferma opposizione a qualsiasi aumento delle tasse che di fatto faccia ricadere sugli studenti i tagli del governo all'Università pubblica.

E' inoltre gravissima l'assenza di una presa di posizione politica pubblica da parte dell'Università di Torino contro i tagli ministeriali, che tradisce una condiscendenza tra ministero e università sulla politica dei tagli.

Gli studenti non sono disposti a pagare i tagli del ministero alla didattica e alla ricerca, accompagnati da una cattiva gestione della spesa che ha contraddistinto il nostro ateneo negli ultimi anni, che ha posto la formazione degli studenti come ultima voce di bilancio.
I nostri rappresentanti eletti porteranno la loro posizione contraria nel Senato Accademico del 6 luglio.

FACCIAMO SENTIRE AL SENATO ACCADEMICO LA VOCE DEGLI STUDENTI

ORE 14.30 VIA PO 17, INTERNO CORTILE

PRESIDIO CONTRO L'AUMENTO DELLE TASSE!

SI - STUDENTI INDIPENDENTI

mercoledì 24 giugno 2009

Primo stop alla sovrattassa!



PRIMO STOP ALLA SOVRATTASSA
Studenti Indipendenti


Grazie ai rappresentanti in CDA e in Senato Accademico della nostra lista, il progetto di sovrattassa subisce un primo arresto. La commissione mista non riesce ad esprimere un parere condiviso e accoglie la nostra proposta di rimandare il progetto di nuovo in Senato Accademico per ulteriori discussioni e modifiche.

Parzialmente accolte le obiezioni degli Studenti Indipendenti sul progetto; continueremo l’opposizione a una proposta che riteniamo iniqua e illegittima che invece che cercare di risolvere strategicamente i problemi di finanziamento dell’Ateneo è tesa soltanto a scaricare i problemi sulla componente studentesca.

Segnaliamo che la lista Obiettivo Studenti (Comunione e Liberazione) non solo si è espressa favorevolmente ad un aumento della contribuzione studentesca ma in più occasioni nei consigli di facoltà ha votato in favore della sovrattassa.

24/06/09, Torino

SI - Studenti Indipendenti

domenica 14 giugno 2009

L'Università aumenta le tasse: noi non ci stiamo!



L'Università aumenta le tasse: noi non ci stiamo!

Nella seduta di lunedì 8 giugno 2009 il Senato Accademico dell'Università degli Studi di Torino ha deliberato la possibilità che le Facoltà, che presentano nel proprio percorso didattico dei laboratori, richiedano un contributo straordinario agli studenti al fine di mantenere il servizio didattico finora offerto.

Il significato di questa affermazione è che i nostri timori dell'autunno passato erano fondati. Dall'anno prossimo entrano in vigore i tagli ai finanziamenti previsti dalla legge 133/08 di Tremonti e della Gelmini. L'Università di Torino si rende quindi conto che l'anno prossimo vedrà 23 milioni di euro in meno rispetto a quest'anno. Inoltre come ogni anno le spese fisse aumentano (inflazione, aumenti salariali, etc), in sostanza quindi l'anno prossimo ci saranno 36 milioni di euro in meno. L'Amministrazione Centrale dell'Ateneo, per ripianare il bilancio, ha deciso di ridurre a zero i trasferimenti alle Facoltà e ai Dipartimenti. Questo significa che l'anno prossimo non si sarà nessun fondo per finanziare la didattica e la ricerca: le due principali ragioni di essere dell'università. Pertanto niente manutenzione, niente fondi per attivare i laboratori, niente fondi per pagare eventuali docenti esterni a contratto, niente soldi per sostituire il materiale rotto e così via.

Questo significherebbe chiudere l'università, allora l'amministrazione centrale ha proposto di deliberare che l'anno prossimo gli studenti debbano pagare un contributo straordinario che venga direttamente trasferito alle facoltà. In base a questa proposta l'anno prossimo uno studente dovrebbe pagare le medesime tasse dell'anno scorso e in aggiunta un'ulteriore contributo che varierebbe a seconda della Facoltà da 50 a 300 euro. Questo contributo non sarebbe progressivo al reddito come le normali tasse, ma sarebbe fisso anche per coloro che sono in I fascia o che beneficino della borsa dell'Edisu. In sostanza si tratta di un aumento delle tasse; secondo l'università i tagli del Governo dovrebbero essere coperti dagli studenti.

Oltre alle questioni di principio per le quali si tratta di un'azione assolutamente scorretta, esiste un semplice problema di legalità. L'università può ricevere dagli studenti soltanto una quota pari al 20% di quello che riceve dallo stato, nel caso che superi questo limite la legge impone che quei soldi vengano restituiti agli studenti oppure impiegati in servizi agli stessi. Con questo sistema l'università spera di riuscire ad aggirare questo limite, dichiarando che il contributo è straordinario. La legge però non prevede contributi straordinari e quindi l'università si espone con questa manovra a eventuali ricorsi degli studenti al Tribunale Amministrativo (Tar). Inoltre due anni fa l'Ateneo torinese superò questo limite di 6 milioni di euro, dei quali ad oggi non si sa più nulla.

Come Studenti Indipendenti non intendiamo accettare che i problemi finanziari dell'Università (dovuti ai tagli e ad una gestione non oculata dei fondi) ricadano sugli studenti.

Pertanto richiediamo che:

- Le Facoltà deliberino di non richiedere il contributo.
- Il Senato Accademico elabori un preciso piano strategico per fare fronte alle ristrettezze economiche, che coinvolga tutte le componenti dell'università, e che parta dalla riduzione di eventuali sprechi e servizi di minore o scarsa utilità.
- Si crei un indicatore di costo della didattica per uno studente, per ogni Facoltà.
- In base a questo indicatore vengano distribuiti i fondi per la didattica alle Facoltà.


SI - STUDENTI INDIPENDENTI

mercoledì 20 maggio 2009

Articolo de Il Manifesto sul Contro G8


06 POLITICA & SOCIETÀ
17.05.2009
APERTURA | di Mauro Ravarino - TORINO
ONDE ANOMALE

«Combatteremo il G8 con la Clown army»

Da oggi e fino a martedì si incontrano a Torino i rettori dei paesi industrializzati e in via di sviluppo per parlare di sostenibilità. Ma gli universitari dell'Onda hanno un'altra idea di sostenibilità e preparano le loro risposte, diverse ma permeabili. Il Cantiere altro sviluppo discute in un Camp, e gli antagonisti indicono un corteo. E la tensione in città è alle stelle Parlano di conflitto e consenso, si oppongono al summit Viaggio nel campeggio dei collettivi universitari torinesi
Sulle tende ha piovuto tutta la notte. Sono le dieci e mezza di mattina ma sembra l'alba allo Sherwood Climate Camp, uno dei luoghi del contro G8 universitario. A discutere, far festa o magari il turno di guardia, le ore si fanno piccole e la notte diventa corta. I ragazzi del Cantiere Altro Sviluppo - la nuova sigla che riunisce vari collettivi universitari torinesi e l'"Assemblea no Tremonti" del Politecnico - si alzano per andare a fare colazione al riparo dall'acqua. Hanno tra i 19 e i 26 anni, più qualcuno fuori quota. Sono studenti o lavoratori precari. Si sentono orfani di una sinistra che non c'è e non riesce a capirli e tutti, per vie differenti, arrivano dall'esperienza dell'Onda. Ma non la mitizzano: ci tengono a precisare che ora siamo in un'altra fase, quella della proposta. Non sono gli stessi che hanno fatto irruzione venerdì al Rettorato, con l´incatenamento simbolico della sua porta, dopo la decisione del rettore Ezio Pellizzetti di chiudere per motivi di sicurezza Palazzo Nuovo (sede delle facoltà umanistiche) nei giorni del Summit. Loro forse non l'avrebbero fatto ma certo non condannano l'iniziativa della Rete contro il G8, l'altra anima della protesta, quella che fa riferimento agli autonomi e a Uniriot. Loro hanno, invece, deciso di allestire, sulla riva del Po (giardini Ginzburg, davanti ai Murazzi), un campeggio a «impatto zero»: un modello in contrasto con quella «falsa sostenibilità ambientale» firmata lo scorso anno a Sapporo dalle università del G8, riunite da oggi a martedì a Torino per discutere il contributo degli atenei alla crescita economica e alla difesa del pianeta. «I rettori fanno solo del greenwashing e con un po' di verde si lavano le coscienze, ma non mettono in discussione il modello di sviluppo, né le disuguaglianze sociali e nemmeno i rapporti economici» dice Andrea Aimar, 23 anni, maglietta bianca e ricci biondi, studente di Scienze politiche. È uno degli organizzatori del campeggio e dei dibattiti-workshop che ruotano attorno e si tengono al parco del Valentino. Come gli altri, fa parte della rete di collettivi che col nome di lista Studenti indipendenti è reduce dal successo alle elezioni universitarie: due su tre rappresentanti nel consiglio d'amministrazione. Elezioni che certo crescono di partecipazione, ma riguardano sempre e solo una piccola porzione della popolazione studentesca, il 13%. Tiene Cl, perde l'Udu e l'affermazione di Si è stata letta da molti come una vittoria dell'Onda. O almeno una parte di essa. Perché dall'autunno scorso in poi il percorso del movimento studentesco non è stato certo senza fratture. Il Cua, il collettivo universitario autonomo, vicino al centro sociale Askatasuna, ha preso la sua strada e gli altri ne hanno imboccata un'altra. Divergenze sulle pratiche e sulla rappresentabilità del movimento. Ma il dialogo tra diversi, sottolineano, continua: «Con la Rete contro il G8 siamo uniti nel contestare il Summit». Però, da subito, il Cantiere ha voluto dare un segnale di discontinuità rispetto alla ritualità di certe mobilitazioni: «Basta con le solite parole d'ordine, tipo "assediamo gli otto". Noi vogliamo coinvolgere i cittadini e affrontare, partendo dall'Università, la via d'uscita possibile dalla crisi». Quale? Un altro modello di sviluppo. Il mezzo individuato è la decrescita, o meglio - precisano - l'altra economia.
Parlano di conflitto e consenso, di nonviolenza come coerenza tra mezzi e fini e di democrazia diretta. E azzardano la formula «rivoluzione democratica». Temi che riecheggiano Genova e i Social forum. Ma la maggior parte di loro nel 2001 non c'era. Causa motivi anagrafici. Eppure c'è chi come Alice che di anni ne aveva 13 e al corteo no-global andò insieme al papà. Quel periodo può essere allora uno spunto da rilanciare, nulla di più. «Sono cambiate le condizioni - interviene Andrea Polacchi, 26 anni - la crisi non è solo economica ma di valori. Il movimento oltre al compito del conflitto ha pure quello di cercare di cambiare realmente lo stato delle cose. Anche nell'Assemblea universitaria dovremmo noi dettare un'agenda, non la Gelmini». Come Cantiere hanno da poco lanciato il Laboratorio Corsaro e sono in cerca di uno spazio. Lo scopo è andare fuori dal recinto universitario: «Rompere il muro tra formazione e mondo e cercare un confronto con la società» spiega Francesco, 24 anni, studente di Chimica. Al centro di molte argomentazioni, l'ambiente e la critica allo sviluppismo. Si parte da un assunto: «Il sistema capitalista basato sullo sfruttamento delle risorse, del lavoro umano e dell'ambiente non è più sostenibile». Diventa allora indispensabile ribellarsi alla «dittatura» dell'economico. La crisi può essere, infatti, letta come un'opportunità per costruire un mondo fondato sul buon vivere e su economie locali che valorizzino il territorio e l'ambiente. Se ne parlerà questa mattina al Forum Altrosviluppo (Parco del Valentino) con Marco Revelli, Maurizio Pallante e Guido Viale. Per il Cantiere dovrebbero aumentare le opportunità di lavoro nel riutilizzo e nel riciclaggio dei materiali, nelle ristrutturazioni finalizzate all'efficienza e al risparmio, nella diversificazione e nella diffusione su piccola scala della produzione energetica, nelle produzioni sostenibili basate su meccanismi solidali. Parole che possono sembrare astratte in una Torino, simbolo della crisi, in piena cassa integrazione. Ma a dire il vero sono stati gli stessi operai di Mirafiori a lanciare il primo gruppo d'acquisto in una fabbrica. «Bisogna rompere l'antitesi tra difesa dell'ambiente e dell'occupazione. Non sono in contraddizione» aggiunge Andrea Aimar. Dalla teoria alla prassi, quindi. Michele cerca di ridurre gli sprechi lavorando in una cooperativa che porta direttamente a casa del consumatore frutta e verdura. Fulvio ed Elisa, studenti di Agraria si occupano, invece, della raccolta differenziata nel campeggio.
Oggi sarà anche il giorno della «Marcia nazionale della degna rabbia», prevista nel pomeriggio. Il motto per Filippo, 19 anni di Lingue è «sperimentare, uscire dalla sceneggiatura». Ecco perché lanceranno la Clown army: «Al posto dei cordoni agguerriti - racconta - ci sarà un'armata di clown e un ariete di gomma piuma. L'obiettivo è irridere l'assurdità di chi ci oppone 150 poliziotti, con lo spreco di risorse che questo comporta». Martedì sarà invece la volta della manifestazione nazionale promossa dalla Rete contro il G8 e da Uniriot. Il Cantiere ci andrà con il proprio spezzone. Eventi separati, ma tra le due anime della protesta le relazioni, talvolta complicate, non si sono mai interrotte, anche se nessuno nasconde le distanze nel merito. Come sulla rappresentanza universitaria. «Si era detto - spiega Helios, 23 anni di Fisica, neoeletto nel consiglio di amministrazione - che il movimento era irrappresentabile, ma il problema di fondo è che l'Onda è stata incapace di autorappresentarsi. Il concetto di delega è giusto se dietro c'è una partecipazione attiva e costante nelle assemblee. Dando un valore reale e non formale alle istituzioni democratiche». E se altri la pensano in modo diverso? «Per noi, con tutti i limiti, rimangono utili. Sono uno strumento non un fine», taglia corto Elisa.
Leggono Pasolini, Latouche e Wu Ming. Citano Zapata, Gramsci e Gandhi. Non credono in un'idea messianica dell'avvenire e guardano con apprensione e delusione alla frammentazione della sinistra, quella un tempo detta «storica» ora extra-parlamentare. Non piace per nulla «l'involuzione identitaria» di Rifondazione, ma allo stesso tempo viene ritenuto «nato morto» il progetto di Sinistra e libertà, seppur la figura di Nichi Vendola riscontri ancora un notevole consenso. Di Pietro e Pd, invece, non vengono nemmeno presi in considerazione. Per Helios, durante la mobilitazione, si è sentito il peso dell'assenza di una struttura di sinistra con cui interloquire: «Ormai è paralizzata da faide interne e autoreferenzialità. I dirigenti dovrebbero prenderne atto e ritirarsi». C'è un vuoto che sentono e che tentano di colmare con la loro esperienza di movimento. «È necessario un processo costituente della sinistra dal basso, che parta da nodi territoriali», dicono in coro. Per le Europee spira aria di sconfitta. Qualcuno fa suo l'appello di Gabriele Polo di «saltare un giro». Ma molti non ci stanno. A votare ci vogliono andare comunque: «Da anni - conclude Diego, lavoratore e militante - mi sento chiuso in una morsa, da una parte le logiche contro degli autonomi e dall'altra il moderatismo del Pd. E anche se posso ritenere giusto le motivazioni del non voto, trovo insopportabile che la sinistra perda una rappresentanza europea».

venerdì 15 maggio 2009

TURIN SHERWOOD CAMP '09


Il collettivo IL FAGGIO aderisce allo Sherwood Camp, campeggio sostenibile, alternativa al G8 dei Rettori.

APPELLO IN VISTA DEL G8 UNIVERSITY SUMMIT DI TORINO

Nasciamo come rete di studentesse e studenti sensibili alle tematiche ambientali che durante la mobilitazione contro la Legge 133 hanno sentito la necessita' di una piu' assidua e continuativa azione coordinata. Attraverso le riflessioni di questi mesi di mobilitazione abbiamo maturato la consapevolezza che l'attuale crisi economica sia di 'dimensione' e sintomatica di una piu' generale degenerazione politica, sociale, culturale ed ambientale. Il sistema capitalista basato sullo sfruttamento ad infinitum delle risorse, del lavoro umano e dell'ambiente non e' piu' sostenibile. La recessione che sta colpendo tutti i 'grandi' della terra ci racconta dell'assurdita' di un paradigma economico fondato su una crescita infinita delle produzioni e dei consumi. E' quel meccanismo ad essersi logorato. Il passaggio logico e' semplice, elementare, quasi un insulto alle intelligenze: viviamo in un pianeta finito che impone dei limiti fisici alla crescita economica (vedi Rapporto sui limiti dello sviluppo, Club di Roma, 1972) (continua).

domenica 10 maggio 2009

Turin Sherwood Camp 2009: PRENDI LA TENDA E PICCHETTA IL TUO FUTURO!



IL MOVIMENTO RIPARTE…
PRENDI LA TENDA E PICCHETTA IL TUO FUTURO!


1. Facciamo Rete
Su temi come sviluppo e sostenibilità esistono a livello locale e nazionale tante realtà che hanno molto da dire e tante buone pratiche oggi già in atto da insegnare. Oggi è necessario unire le forze, anziché dividerle: la mobilitazione, la critica al G8 e il Climate Camp sono per questo aperti a tutto il mondo, non solo universitario.

2. Università, Sviluppo, Società
L’Onda passa, i pirati restano. Il movimento studentesco di quest’autunno costituisce un punto di partenza, e non di arrivo: le tematiche del diritto allo studio sono strettamente connesse a quelle dello sviluppo economico e sociale. La cultura è società, non va considerata come una parte da essa distaccabile e analizzabile separatamente.
L’università e la ricerca che il G8 di Torino vorrebbe affermare sono quelle dedite al profitto, allo sviluppo economico fondato sull’aumento di produzione. Questo modello culturale è vincolato al Prodotto Interno Lordo, all’interesse delle corporations, alla dittatura della convenienza e a decisioni che pochi si arrogano in nome di tutti.
L’università e la ricerca che noi esigiamo sono invece quelle dedite allo sviluppo sociale e culturale, della collettività e dell’individuo: luoghi dove il vocabolo “formazione” sia davvero pregnante, possieda un reale valore di emancipazione culturale, psicologica e sociale per lo studente. Non può esserci vera meritocrazia senza difesa dell'Università pubblica: continuiamo la lotta alla precarizzazione della ricerca, esigiamo garanzie di accesso per tutti ai gradi più alti dell’istruzione!

3. Sherwood Camp!
Per i giorni del Contro Summit vogliamo porci in discontinuità rispetto ad una certa ritualità espressa in tante mobilitazioni. Ecco dunque l'idea del Climate Camp: un presidio pacifico ed ecosostenibile in cui tutti potranno portare i propri contributi in termini di riflessioni e pratiche di alternativa, che si esprima in forme creative e non violente, attraverso forme di disobbedienza civile e fuori dagli schemi.


Cantiere Altro Sviluppo - www.sherwoodcamp.net
Torino. Italia. Europa. Pianeta Terra
15, 16, 17, 18 maggio 2009

Turin Sherwood Camp 2009: CRITICA ALLA DICHIARAZIONE DI SAPPORO



CRITICA ALLA DICHIARAZIONE DI SOSTENIBILITÀ DI SAPPORO

Il prossimo G8 delle Università si svolgerà a Torino dal 17 al 19 maggio 2009 sarà ospitato dal Politecnico ed avrà come temi la Sostenibilità e lo Sviluppo. Parteciperanno 50 atenei, due per ciascun paese membro del G8 più altre università di alcuni paesi "in via di sviluppo". La Conferenza dei Rettori (CRUI), il Politecnico di Torino e l'Università di Firenze hanno rappresentato l'Italia allo scorso G8 University Summit (http://g8usummit.jp/english/index.html) di Sapporo (Giappone) nell'estate 2008, a pochi giorni dal G8 dei Capi di Stato. Durante quel primo appuntamento furono discussi il ruolo ed il possibile contributo delle università alla crescita economica e alla sostenibilità ambientale globale. Al termine dei lavori è stata stilata una dichiarazione, indirizzata agli stati membri del G8 che si sarebbero riuniti pochi giorni dopo: la Sapporo Sustainability Declaration (SSD) firmata dai 37 Rettori è una presa di posizione che enfatizza il ruolo dell'istituzione universitaria di fronte alle sfide ambientali, presentata ai Capi di Governo del G8 in vista di un nuovo protocollo post-Kyoto.
Nella SSD abbiamo individuato molti elementi controversi riguardo all'idea di sostenibilità ambientale ed in generale il ruolo che l'Università dovrebbe ricoprire nel percorso verso una società sostenibile.

1. Il G8 University Summit: non accettiamo che l'ennesima riunione di capi, questa volta delle università più rinomate, pretenda di avere in tasca le ricette per risolvere i problemi ambientali del Pianeta. Fa rabbrividire la possibilità che sia questa un'occasione per sancire definitivamente l'esistenza di un gruppo di università di serie A che diventeranno partner privilegiati del G8 in una logica di caccia ai finanziamenti.

2. Il contributo delle università al raggiungimento della sostenibilità ambientale è esclusivamente finalizzato alla crescita economica. Nella SSD non c'è alcun accenno ai limiti fisici del Pianeta e della crescita, ai danni ambientali da essa fin'ora derivati e alle diseguaglianze sociali locali e globali nell'accesso alle risorse. Sarà ancora una volta il cosiddetto sviluppo, che assume la crescita come imprescindibile, la panacea di tutti i mali?!

3. Ritorna, ever green, l'antica fede totale nelle soluzioni tecnologiche per i problemi ambientali. La fede del sistema economico-finanziario in miracolose soluzioni tecnologiche si è espressa finora attraverso perverse logiche di mercato.

4. L'obiettivo del G8 University Summit non è la diffusione della cultura della sostenibilità e della coscienza di una questione ambientale bensì, come si legge nella SSD, "la formazione di decision-makers esportatori di conoscenze scientifiche e tecnologiche per la soluzione di problemi ambientali globali". Agghiacciante.