sabato 25 aprile 2009

25 Aprile: Festa di Liberazione dal Nazifascismo!






ALDO DICE VENTISEI PER UNO!
Quel giorno iniziò con queste parole.
Quel giorno facemmo fatica a capire il significato di quell’insieme di lettere apparentemente insulso, ma di vitale importanza.
Quel giorno ascoltammo i Partigiani, VIVI, PRESENTI, raccontarci della loro gioventù sacrificata affinché noi potessimo essere liberi.
Quel giorno nacque un fiore proprio sopra le tombe dei Partigiani e fu chiamato Libertà.
Quel giorno venne l’alba e fummo liberi.
Quel giorno arrivò la Primavera.
Quel giorno i nostri genitori ci ricordarono che i campi su cui lavorava la nostra famiglia sorgevano sulle fosse comuni ricolme dei cadaveri dei nostri nonni, torturati e uccisi dalle squadracce fasciste inviate dal criminale Benito Mussolini.
Quel giorno decidemmo di sederci in cerchio, affinché ognuno di noi fosse eguale di fronte agli altri, e iniziammo a parlare uno per volta, ascoltandoci, cercando di capire, desiderosi di sapere, e inconsapevolmente costruimmo la Democrazia.
Quel giorno ci trovammo in piazza, colorati di rosso perché sapevamo che vent’anni di nero andavano contrastati a dovere.
Quel giorno al rosso dell’ideologia venne sostituito il rosso del sangue, del cuore, della passione per le nostre compagne.
Quel giorno fu Primavera.
Quel giorno è oggi.
Quel giorno è il 25 Aprile
Quel giorno è tutti i giorni.
Quel giorno è rosso per sempre.
Per questo, secondo noi, tutti i giorni è Primavera.




Il 25 Aprile è un simbolo, ma dobbiamo ricordarci che sono le persone a conferire significato e potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato, ma con un bel numero di persone alle spalle anche solo un bel discorso può cambiare il mondo.
“Giovani, se voi volete che la vita, che è un dono prezioso, possa essere da voi vissuta sempre degnamente nella buona e nella cattiva sorte, fate che questa vostra vita sia illuminata dalla luce di una vigorosa fede politica.
Il coraggio voi potete dimostrarlo, non usando la violenza materiale, no, il coraggio, giovani che mi ascoltate – vi parla un uomo che è sempre stato al vostro fianco – il coraggio voi lo potete e lo dovete dimostrare nel difendere sempre la fede politica che arde nel vostro animo contro tutti e contro tutto.
Il coraggio voi lo potete e lo dovete manifestare nell’affrontare la vita con il suo bene e con il suo male.
Il coraggio voi lo potete e lo dovete dimostrare, giovani che mi ascoltate, nel difendere sempre questo bene prezioso che è la Libertà; in ogni circostanza e contro chiunque tentasse domani di abbatterla.
Ecco, giovani, noi anziani che stiamo terminando la nostra giornata, vi diciamo che ci siamo battuti tutta la vita per il vostro domani. La nostra vita è rappresentata ormai dal nostro passato e mi dovete credere se vi dico che questo nostro passato è tessuto più di sacrifici e di rinunce che di soddisfazioni. Ma questo non ve lo dico accorato, ma con l’orgoglio di chi sa di aver pagato un prezzo in sacrifici e in rinunce perché le generazioni venture, perché già voi giovani, poteste godere di un domani che noi, giovani, non abbiamo potuto conoscere, un domani di serena felicità.
Bene, giovani, finché ci animerà un alito di vita, noi anziani staremo al vostro fianco per aiutarvi ad abbattere gli ostacoli che sono sul vostro cammino, onde voi possiate percorrerlo con passo sicuro e spedito.
Staremo al vostro fianco per batterci con voi, giovani che mi ascoltate, e a voi oggi coi consegniamo la bandiera della Resistenza. Consegniamo a voi il patrimonio politico e morale della Resistenza perché l difendiate, perché non vada disperso, perché possiate trarre da questo patrimonio le norme per la vostra vita e i principi per la vostra lotta politica che deve essere una lotta democratica svolta sul terreno della democrazia, ecco, il mio saluto, giovani che mi ascoltate: avanti voi oggi perché l’avvenire è vostro e con voi ripeto “Ora e sempre Resistenza!”.

[Presidente della Repubblica Sandro Pertini, discorso a Boves del 12 Novembre 1978]

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