mercoledì 29 ottobre 2008

Cara Italia...

Torino, Mercoledì 29 ottobre ’08

Cara Italia,

sono qui alla mia scrivania: era anni che non ne possedevo una, sono andata a comprarla perché la scorsa primavera ho deciso di ricominciare a studiare dopo 5 anni dal diploma.

5anni allegri in cui mi sono divertita e in cui ho conosciuto splendide persone che mi hanno regalato gioia e emozioni.

5anni intensi in cui ho lavorato e ho conosciuto il significato della parola sacrificio insegnatami dai miei genitori e dai miei nonni, che hanno lavorato una vita per costruire un futuro per me con onestà e dedizione, credendo in tutti quei valori che da tempo si stanno sgretolando di fronte ai cambiamenti malsani che qualcuno sta apportando per distruggere la nostra bella Costituzione, sotto il falso nome di miglioramenti, ignorando le lotte e le morti di tutti coloro che si sono battuti per far sì che l’ Italia diventasse una “Repubblica democratica, fondata sul lavoro” che “promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” , in cui “la sovranità appartiene al popolo”e dove “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Personaggi prestati alla politica che ignorano il loro vero compito, cioè quello di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese” e si fanno beffa di noi smantellando tutto davanti ai nostri occhi e dandoci false speranze con le loro “stronazate”.

Ero una lavoratrice precaria e ora, sto per diventare una studentessa precaria perché non importa che io sia brava negli studi ma solo che io abbia i soldi per potermeli permettere.

Poi invece ci sono Persone che si stanno battendo per tutto quello che la Costituzione enuncia, come i ragazzi del Faggio, i professori, i maestri, i genitori e tanti altri che si stanno “sbattendo” per me e per tutti gli altri. Persone che vivono quello che succede sulla propria pelle e che mettono da parte se stessi per il bene di tutti:per la collettività. Grazie con tutto il cuore di dare speranza. Grazie Italia, a quella parte di te che ancora vive.

Marta Auletta del corso di scienze e tecnologie agrarie

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