Cara Italia,
La Repubblica per cui lottiamo, s' inTENDE!
Grugliasco, Torino, Domenica 26/10/2008
Dal campeggio d'occupazione delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria Università di Torino.
Cara Italia,
Siamo qui ormai da venti giorni sai? Accampati nei prati delle nostre Facoltà, Agraria e Medicina Veterinaria. Sentiamo forte l'esigenza di portare testimonianza a qualcuno di queste giornate che stiamo vivendo, e così abbiamo deciso di raccontarle a te, di scriverle in forma di lettera ad un ragazzo, o ad una ragazza, ad uno che verrà dopo di noi, dopo questa nostra piccola grande battaglia.
Abbiamo scelto di chiamarti Italia per ricordarci, e ricordare a tutti, il nostro attaccamento alla Repubblica che porta il tuo nome: quella fondata sul lavoro; quella in cui l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento; quella, insomma, costruita dai nostri nonni partigiani con la guerra di liberazione.
Tutto è cominciato per noi, quando a fine settembre, con troppo ritardo, l'università italiana si è resa conto che una legge di stato andava contro a quello che la Repubblica deve difendere: un'istruzione pubblica, libera, e garantita a tutti, fino ai gradi più alti.
Ecco, Italia, ora il nostro governo, con i suoi provvedimenti ci dice che non sarà più così.
Bisognava fare qualcosa. Qualcosa di più di appendere qualche striscione e lasciare che il vento e la pioggia lo facesse stingere, qualcosa di diverso che bloccare le lezioni, perchè sottarci proprio il diritto allo studio per cui vogliamo lottare?
“ Ma pensa che figo sarebbe piantare le tende qui e abitarla la nostra università!”- è tutto iniziato con questa frase, un po' buttata lì, tanto per interrompere un silenzio troppo lungo.
E poi... bhe, poi a tutti sono cominciati a brillare gli occhi: tutti hanno cominciato ad immaginarsi il prato davanti alle aule studio pieno di tende colorate e fuochi di bivacco! E allora la frase lanciata lì si è trasformata: si è cominciato a discuterne seriamente, e subito dopo le discussioni si è cominciato a fare: a fare davvero qualcosa! FARE! Quanti sanno ancora tirarsi su le maniche e mettersi a fare qualcosa, farlo per se stessi e per gli altri senza che ci sia un confine: tra lottare per migliorare la propria condizione e lottare per gli altri; con e per i precari, poco più grandi di noi che si trovano senza più speranza di un futuro stabile se si bloccano le assunzioni, con e per i nostri docenti e ricercatori che si trovano sempre più impossibilitati al lavorare per noi e per il paese, per le famiglie che si troverebbero a non poter più pagare l'istruzione a i propri figli, per quelli che verranno dopo all'università, come te, e non è giusto che trovino gli effetti disastrosi della politica di questo governo senza che si sia almeno provato a RESISTERE.
Quindi abbiamo deciso: facciamo qualcosa che si veda, che abbia forma colore e consistenza.
Abbiamo messo su un piccolo villaggio, di circa 40 tende, siamo qui, a turno, anche sabato e domenica, tutte le sere, a volte tanti, a volte pochi. Dalle sei, quando terminano le lezioni ufficiali, qui si accende il fuoco, vicino al focolare si tengono assemblee, seminari, si organizzano insieme ai docenti lezioni in piazza per il giorno dopo, si discute e poi si cucina per tutti e si fa anche festa, perchè non si resiste senza un po' di allegria, non invece vogliamo resistere e a lungo, ci siamo costituiti in una piccola società, di cittadini coscienti e consapevoli, qualsiasi sia la strada che ci troviamo davanti, ora, sappiamo camminare, sappiamo quali sono i nostri obiettivi, i valori che vogliamo difendere, non ci fermeranno tanto facilmente, tantomeno desisteremo per qualche “avviso ai naviganti”.
A presto Italia,
vieni a trovarci,
Elisa Mascetti del collettivo “IL FAGGIO” e
l'Assemblea del libero campeggio occupato.
Cara Italia,
La Repubblica per cui lottiamo, s' inTENDE!
Grugliasco, Torino, Domenica 12/10/2008
Dal campeggio d'occupazione delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria Università di Torino.
Cara Italia,
Ieri sera a Grugliasco c'è stata una fiaccolata degli operai della Bertone: dal Comune alla fabbrica, con annesse famiglie, amici, sindacati, ecc.
Noi abbiamo abbandonato il campeggio lasciandolo ai ragazzi della specialistica, che hanno grigliato caldarroste per un po', e siamo andati ad offrire vin brulè agli operai, per strada, con il nostro striscione di apertura del corteo di ieri che diceva: "anche l'operaio vuole il figlio dottore - università per tutti".
C'era gente che non capiva perchè eravamo lì; c'era gente che ci ha ringraziato e ci ha detto che un piccolo gesto così ha dato un senso a una vita piena di sacrifici; gente di sessant'anni che piangeva commossa perchè gli sembrava di rivedere qualcosa di molto, molto tempo fa. Applausi li abbiamo ricevuti anche dal Sindaco e da tutte le componenti partitiche che hanno partecipato. Le donne erano le più incazzate, qualcuna poi ci ha chiesto se abbiamo da mangiare che se no ci porta un po' di torte salate.
C'era anche l'ANPI: ci hanno detto di continuare quello che hanno iniziato loro perchè a loro è rimasto poco tempo, mentre noi ne abbiamo tanto.
Lì sono crollato, perchè questi 4 giorni sono stati intensi e un momento così profondo, così talmente simile a pagine di storia scritte 40 anni fa, mi hanno davvero commosso... ho pianto di stanchezza e di soddisfazione.
A presto Italia,
alere flammam,
Fulvio Grandinetti del collettivo “IL FAGGIO”.
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