mercoledì 29 ottobre 2008

Sciopero Generale della Scuola e dell'Università: 30 Ottobre 2008 Corteo a Torino


_____GIOV 30____

8.30: concentramenti a palazzo nuovo (f.umanistiche), palazzo
campana(f.scientifiche)
, corso duca (poli).
confluiremo tutti insieme per raggiungere uniti le sigle
cittadine in piazza Arbarello.

proposta per il corteo: più colorati e rumorosi possibile
(tamburi, fischieti, pentole).
Cartelli con su scritto
" fannullone con la media del ..."

ricordiamoci i camici!

DOCUMENTO ASSEMBLEA NO-GELMINI
IL NOSTRO FUTURO NON PUO' ESSERE DELEGATO!
Dal mese di settembre l'assemblea no-Gelmini dà voce agli studenti ealle studentesse dell'Ateneo torinese che vogliono reagire di frontealla minaccia rivolta contro l'Università pubblica italiana dagliarticoli 16 e 66 (comma 7 e 13) della Legge Finanziaria(legge 133/2008) approvata in Senato il 6 agosto 2008.
Nel corso di questo mese di mobilitazione, l'Assemblea no-Gelmini hariunito studenti e studentesse provenienti da tutte le facoltàdell'Università degli studi di Torino. All'Assemblea, contenitore diidee e strumento di coordinamento della mobilitazione, partecipano isingoli studenti, i collettivi, le associazioni e le liste dirappresentanza che si sono riconosciuti, indipendentemente dalleproprie peculiarità, nell'assemblea stessa. L'indignazione suscitatadal gravissimo attacco mosso all'Università pubblica ha ispirato intutti noi un clima di assunzione di responsabilità, grazie alla qualesono state superate le difficoltà dovute ai molteplici punti di vistaed alle differenti appartenenze e sensibilità.
In questi giorni si stanno sprecando speciali televisivi, editorialisulla carta stampata che ritraggono paralleli tra la nostramobilitazione e le lotte del'68. Pur riconoscendo e condividendo lospirito, le battaglie, gli obiettivi e le vittorie della “generazioneinfinita”, siamo consapevoli che oggi il contesto in cui si stasviluppando la nostra lotta è di tutt'altra natura.Le differenze appaiono subito evidenti: negli anni '60 quegli studentie quelle studentesse si rivoltarono contro la generazione dei loropadri. Noi, oggi, ci troviamo paradossalmente ad invidiare i nostrigenitori e le loro antiche sicurezze. Per i ragazzi del Sessantottoimmaginare un futuro migliore, lottare per esso era un obbligo che illoro tempo imponeva; noi siamo stati definiti generazione “nofuture”, senza futuro. Oggi essere studenti e studentesse e lottareimmaginando un altro futuro è già di per sé un atto di coraggio.Vorrebbe esserci negata la possibilità stessa di immaginarel'alternativa. La nostra mobilitazione vuole riprendersi questapossibilità e nel farlo sta agendo un altro modo di praticare lapolitica e di dare senso a quest'ultima.La vera novità di cui tutti gli analisti, i mezzi di informazionedovrebbero parlare sta proprio nell'autonomia che questo movimento sista ritagliando rispetto a tutto ciò che l'ha preceduta: la nostragenerazione è forse la prima che si è scrollata di dosso la pesanteeredità del'68 fatta di paternalismo verso le generazioni successive.
A partire da tali rilievi, ribadiamo l'assoluta indipendenzadell'Assemblea no-Gelmini da qualsiasi formazione istituzionale,partito o sindacato che sia. Ritroviamo proprio in questa autonomia lanostra forza e spinta propositiva.L'Assemblea rivendica però al tempo stesso la sua forte politicità nelcontrastare gli attuali provvedimenti e nell'inserire la propriaazione in un processo di cambiamento. Politicità che la porta aconsiderare come punti di partenza per un qualsiasi discorsopropositivo l'adesione ai principi dell'antifascismo,dell'antirazzismo e dell'antisessismo. Questa netta e definitivapresa di posizione dell'Assemblea vuole essere un modo per chiariredefinitivamente che quegli studenti dell'estrema destra che in questigiorni stanno cercando strumentalmente di cavalcare il movimento nonsono assolutamente rappresentativi del nostro comune sentire. I nostricontenuti non possono che essere differenti da quelli di coloro che,al di dentro o al di fuori del Parlamento, si fanno promotori diclassi differenziate per i bambini immigrati nelle scuole primarie oche da sempre rivendicano privilegi per pochi e nostalgicamente sirifanno al Ventennio Fascista. Con tutti costoro l'Assemblea nonintende in alcun modo essere confusa, nonostante l'avversità da loroin certe occasioni espressa nei confronti dei provvedimentilegislativi di cui sopra.
La consapevolezza del nostro agire politico, d'altra parte, siriscontra anche nel legare questa lotta ad un ragionamento più ampioche porta a riflettere sulla crisi del sistema economico mondiale esui soggetti che ne pagheranno le conseguenze. L'istruzione pubblicanon dovrà pagare colpe di altri. La crisi economica è ladimostrazione del fallimento di un modello che ha come primiinterpreti coloro che oggi propongono solamente nuovi tagli.Siamo consapevoli che i provvedimenti contenuti nella legge 133/2008sono solamente l'ultimo tassello di un disegno ben preciso che havisto il suo inizio già con gli anni '90 (legge Ruberti, 1990).L'obiettivo è il progressivo smantellamento del settore pubblico, dicui sicuramente l'istruzione è uno dei settori strategici.Privatizzare quest'ultimo, e di conseguenza inserirlo in un contestodi libero mercato, significa considerare la formazione al pari diqualunque altra merce svilendone così il suo carattere di benecomune. L'istruzione è uno dei più importanti modi con cui ogniindividuo acquisisce la consapevolezza della propria condizionesociale e sviluppa la capacità critica necessaria a impedire lariduzione del suo status di cittadino a quello di suddito.
La Legge 133 è dunque un punto d'arrivo e al tempo stesso punto di nonritorno. Questa nostra battaglia acquisisce un significato particolareperché si tratta forse di una delle ultime occasioni in cui lacontesa è l'affermazione o meno di un diritto fondamentale.
L’Assemblea no-Gelmini di Torino ribadisce dunque la necessità diintensificare la mobilitazione in ogni sede universitaria a livellonazionale per un completo ritiro del provvedimento e intende essereluogo di elaborazione e costruzione di un’Università differente daquella presente e passata.L’Università che vogliamo è spazio realmente pubblico, dove ogni formadi criticità è ammessa e non esistono meccanismi di esclusionesociale: tutta la popolazione presente in Italia, di qualsiasiestrazione sociale, reddito, appartenza linguistica e originegeografica deve aver diritto a un libero accesso all’istruzioneuniversitaria.In secondo luogo, l’Università che vogliamo è basata sul confrontocritico e sulla discussione, non sulla lezione frontale comenell’arcaico presente delle nostre accademie. Il seminario devediventare il perno della vita intellettuale universitaria, che devefinalmente differenziarsi realmente dal liceo, come già avviene inmolti altri paesi nel mondo. Le studentesse e gli studenti nondovranno più essere utenti, ma soggetti in grado di autovalorizzarsinello studio e produrre effettivi avanzamenti critici in ogni settorescientifico.In terzo luogo, l’Università italiana per cui lottiamo dovràpromuovere una ricerca libera e critica, estranea a interessiparticolaristici, lobbistici e privati, ed essere luogo disocializzazione di un sapere che supera i confini tra accademia esocietà, tra università e metropoli, per essere ricchezza socialecomune. L’accesso alla ricerca dovrà essere liberato da ogni dinamicanepotistica e clientelare, e dovrà valorizzare l’impegno, lacreatività e le capacità critiche più che l’obbedienza ai dogmi inogni disciplina, laddove esistano, e il conformismo intellettuale.
L’onda anomala delle facoltà torinesi occupate promuove e sostiene lanascita di collettivi studenteschi e assemblee in ogni sedeuniversitaria, facoltà e corso di laurea, affinchè si moltiplichi ildissenso, si estenda la critica, e l’Università del futuro trovi qui imille laboratori della sua sperimentazione.
Assemblea no-Gelmini – Torino
Torino, 30 ottobre 2008



COMUNICATO STAMPA ASSEMBLEA NO-GELMINI TORINO, 29 OTTOBRE 2008
L'Assemblea no-Gelmini riunitasi oggi e che ha visto la partecipazioneanche di rappresentanti dell'Assemblea no Tremonti del Politecnico, aseguito dei recenti avvenimenti accaduti in diverse città (Milano,Roma, Pavia, Siena) che hanno visto l'irruzione di studenti di estremadestra nei cortei contro la legge 133 e il DL 137, appena convertitoin legge, ritiene importante esprimere solidarietà nei confronti deglistudenti no-Gelmini coinvolti.L'Assemblea intende inoltre affermare con fermezza la propriaapartiticità e rivendicare allo stesso tempo la politicità delmovimento: la salvaguardia della democraticità di quest'ultimoesprime contenuti incompatibili con quelli di cui notoriamente sonoportavoci determinate forze politiche, come il FUAN, il BLOCCOSTUDENTESCO o i giovani del partito LA DESTRA, nonostante la loroopposizione espressa in alcuni casi ai provvedimenti legislativi dicui sopra.L'Assemblea infatti si fonda su principi ineludibili qualil'antifascismo, l'antirazzismo e l'anti-sessismo, che la distinguonoin modo netto dai movimenti sopra citati.Durante l'assemblea di quest'oggi è emersa la necessità di declinarepacificamente la partecipazione degli universitari al corteo didomani, portando all'attenzione generale l'espressione di alcunicontenuti chiave, quali la difesa dell'università e della ricercapubbliche, il libero accesso a queste ultime e la formazione come benepubblico non riducibile a merce.La definizione delle prossime mobilitazioni e dei contenuti che leaccompagneranno sono aggiornate alla prossima assemblea No-Gelmini chesi terrà nell'atrio di Palazzo Nuovo Domenica 2 Novembre alle ore 20:in quella data l'Assemblea inizierà a organizzare la contro-inaugurazione dell'anno accademico indetta dall'Assemblea No Tremontiper il 7 Novembre al Politecnico e a determinare le modalità dipartecipazione allo sciopero generale del 14 Novembre a Roma.
Per la giornata di sciopero generale della scuola di domani 30 ottobrei concentramenti saranno:ore 8.30 davanti a Palazzo Nuovo per le facoltà umanisticheore 8.30 davanti a Palazzo Campana per le facoltà scientificheore 8.30 in corso Duca degli Abruzzi per gli studenti del Politecnico
Assemblea no-Tremonti /Assemblea no-Gelmini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Amici,

Credo che purtroppo l’enorme mobilitazione contro i provvedimenti di questo governo ed in generale contro la sua politica non sortirà alcun effetto, perchè ci troviamo di fronte ad una banda di ignoranti, sordi a tutto e presi solo dai loro interessi personali e dei loro amici.

In tale situazione propongo una nuova strategia per rapportarsi e “dialogare” con il governo che, secondo me, potrebbe portare a risultati rivoluzionari.

In breve si tratta di questo: lo sciopero dei prodotti pubblicizzati sulle reti televisive del nostro presidente del consiglio. Da una certa data e per un certo periodo tutti dovranno vedere qualche programma di Italia 1 o Canale 5 o Rete 4, muniti di carta e penna, e annotare i prodotti che vengono reclamizzati durante i break pubblicitari. Ebbene, tali prodotti NON DOVRANNO ESSERE ACQUISTATI per tutto il periodo previsto.

Faccio un esempio: sulla legge Gelmini non viene effettuato un dibattito parlamentare serio e magari viene posta la fiducia, oppure viene proposto il lodo Alfano. Bene, allora dal primo di ottobre e fino alla fine di novembre (o per un periodo diverso da stabilire di volta in volta) tutti noi eviteremo di acquistare i prodotti pubblicizzati su Mediaset. In questo modo le varie aziende produttrici (che ovviamente devono essere al corrente di questo tipo di lotta), vedendo calare le vendite, saranno costrette ad abbandonare la pubblicità su tali televisioni, e ciò provocherà un danno economico più o meno grave al nostro miliardario, che probabilmente, attaccato com’è a sodi e potere, sarà costretto a scendere a patti con i cittadini.
Non è necessario che ognuno di noi stia davanti alla tv per ore ed ore (sarebbe una tortura), bastano anche i prodotti reclamizzati in un singolo spazio pubblicitario che vedo oggi, poi quelli che mi capita di annotare domani, e così via.
E non è una lotta contro le ditte che producono pasta o deodoranti: se io mangio solo rigatoni della ditta X, sponsorizzata su Mediaset, dovrò solo astenermi dal comprarla nel periodo deciso, a meno che (questo è importante) non ritiri la sua pubblicità su tali reti (anzi, da questo momento dovrò riacquistare il prodotto). Tra l’altro se non compro la pasta della marca X comprerò quella della marca Y, quindi il mercato della pasta è salvaguardato.

Ovviamente tutto questo ha bisogno di una organizzazione (mezzi di informazione quali i vostri siti internet) e di persone che coordinino le azioni di lotta. Sarà inoltre necessario per tutti riuscire a superare quel sentimento di disgusto che ci prende di fronte alla tv-spazzature delle televisioni in generale, e di quelle di Berlusconi in particolare.
Tuttavia secondo me può funzionare, però bisogna fare presto! Propongo a voi tutto ciò perché io non ho possibilità tecniche per arrivare al pubblico che i vostri siti raggiungono.
Pensate che bello: BATTERE BERLUSCONI UTILIZZANDO COME ARMA IL SUO CONFLITTO DI INTERESSI!!!

Se questo tipo di organizzazione di cittadini e della loro azione si realizzasse, potrebbe essere esteso alla lotta contro tutti i politici disonesti, di qualsiasi fazione e di qualsiasi governo futuro. Potrebbero essere pubblicate liste di marchi o aziende facenti capo a determinati politici disonesti (mi sembra che queste siano informazioni accessibili e pubblicabili legalmente), con la conseguenza di segnalare a noi cittadini i relativi prodotti da non acquistare.
Chi sa se in questa maniera si potrà arrivare in futuro ad avere uomini e donne che vadano in parlamento per fare i politici e non gli affari propri.

Il metodo potrebbe essere esportato al settore del commercio, i consumatori potrebbero finalmente essere organizzati per contrastare efficacemente gli industriali. Esempio: tale marca di pasta ha aumentato i prezzi, asteniamoci dal comprarla.

Ciao a tutti.

Anonimo ha detto...

proposta interessante solo, in campeggio non c'è tv !-)ci dovrete passare la lista di prodotti!!!

p.s. gente ricodatevi di firmarvi però!!!!
elisa