giovedì 30 ottobre 2008

LA VOCE DEL NOSTRO RETTORE- SENATO ACCADEMICO ALLARGATO A TUTTI 13 NOVEMBRE

Dal Rettore sulla situazione attuale dell’Università,
DISCORSO LETTO ANCHE IN APERTURA DELLE PROCLAMAZIONI DELLE LAUREE A VETERINARIA, E PROBABILMENTE OGGI AD AGRARIA, DAI DOCENTI.
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E’ fuor di dubbio, al di là di ogni interpretazione politica e di ogni polemica di parte, che i provvedimenti del governo in materia di Università risultano profondamente penalizzanti specie per quegli Atenei che in questi anni hanno tenuto una condotta virtuosa in tema di impiego delle risorse, badando ad esempio a non superare il limite del 90% nel rapporto retribuzioni del personale/FFO e operando in sede locale, con gli enti territoriali e le fondazioni ex-bancarie, al fine di elaborare progetti di finanziamento per la ricerca, favorire l’inserimento di giovani ricercatori, promuovere l’internazionalizzazione specie ai livelli più alti della formazione universitaria.

Con profonda lungimiranza, inoltre, fin dal 2002 l’Università di Torino ha concepito un piano per l’organico, sia relativo ai docenti sia relativo al personale tecnico-amministrativo, che, valutando in anticipo le cessazioni sicure di anno in anno fino al 2012, ha consentito alle Facoltà e all’Ateneo di conoscere con certezza l’ammontare delle risorse disponibili e di utilizzarle nei modi più opportuni in rapporto alle necessità didattico-scientifiche; ciò ha permesso di eliminare motivi di contenzioso all’interno e fra le facoltà, di pianificare a medio e lungo termine il turn-over, di ottimizzare l’attività degli uffici amministrativi con un’adeguata distribuzione delle risorse umane e, inoltre, di celebrare un numero di concorsi (soprattutto di ricercatore, fino al 70% circa del totale delle valutazioni comparative espletate) tale da rinnovare per oltre un terzo in pochi anni l’intero parco docenti dell’Ateneo.

Una simile politica e un simile ricambio hanno avuto ricadute positive anche sui risultati della didattica e della ricerca come dimostrano gli esiti della valutazione compiuta dal CIVR, Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca, resi pubblici due anni or sono (la valutazione riguardava il trienno 2001-2003) ed usati anche nel modello per il calcolo e l’attribuzione del FFO dal CNVSU.

Ora tale sforzo rischia di essere compromesso da scelte che paiono giustificate non da un vero e proprio progetto di riforma e di rinnovamento del sistema universitario italiano, che di riforme organiche e durature avrebbe sicuramente bisogno, bensì da una mera esigenza di fare cassa risparmiando in ogni settore della pubblica amministrazione, compresi appunto quelli della Scuola, dell’Università e della Ricerca, in una prospettiva quanto meno miope del ruolo che formazione, università e ricerca debbono svolgere nella società globalizzata quali esclusivi motori di sviluppo e innovazione.
Ciò che soprattutto spiace è che dopo reiterati e assolutamente condivisibili discorsi sulla necessità di applicare metodi meritocratici nella distribuzione delle risorse pubbliche destinate all’Università, si compiano tagli generalizzati e indiscriminati che, di fatto, penalizzano chi è stato virtuoso economicamente e ha prodotto esiti di ricerca apprezzati e ottimamente valutati e premiano chi invece non ha badato a sprechi e ha prodotto risultati scientifici meno esaltanti.

Su un altro versante il blocco del turn-over al 20% rappresenta un grave pregiudizio per le speranze di molti giovani in procinto di accedere alle carriere della ricerca e sicuramente alimenterà, per un verso, nuove massicce fughe di cervelli all’estero e, per l’altro, sottrarrà generazioni di validi giovani all’attività scientifica pubblica con enorme danno per il paese. Sembra cioè di percepire nelle scelte del ministero un’attenzione tutta diretta alla contingenza economica, che impone di limitare al massimo e senza discrimine la spesa statale, e una
visione non corretta e non accorta del ruolo dell’Università pubblica, che - a mio avviso - continua ad essere il perno del nostro sviluppo in senso scientifico, economico, civile ed etico, specie in una realtà come quella italiana ove le industrie sono di dimensioni troppo modeste per affrontare in proprio le spese per ricerca e innovazione o - ancor meno - per finanziare fondazioni universitarie private.

Per discutere della situazione del nostro Ateneo e dell’Università italiana in questo momento cruciale di passaggio ritengo opportuno un confronto collettivo all’interno di un Senato Accademico aperto a tutte le componenti dell’Università di Torino (docenti, personale, studenti), nel quale sarà possibile intervenire ed esprimere le proprie valutazioni.
Tale riunione si svolgerà in Aula Magna (DEL RETTORATO VIA PO 16) nella giornata di giovedì 13 novembre alle ore 15.00.




Il Rettore
Prof. Ezio Pelizzetti

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