giovedì 4 dicembre 2008

Resoconto iniziativa in Metropolitana



Ecco il resoconto dell’iniziativa in metro avvenuta il pomeriggio del 3 Dicembre 2008

L’Onda Anomala dell’Università di Torino scende nella METROpoli

Il ritrovo era alle 16.30 a Porta Susa, di fronte alla stazione. Abbiamo aspettato 20 minuti che arrivassero tutti. Alla fine al ritrovo eravamo pochini, appena 12 da Agraria, una ventina da Scienze MFN, il resto erano tutti di Palazzo Nuovo (Facoltà Umanistiche). Dopo una breve riunione fra i presenti abbiamo deciso di far saltare l’assemblea che volevamo fare nell’atrio (non c’era abbastanza gente per dare luogo a un’assemblea con buona visibilità) e di buttarci direttamente nelle carrozze della metropolitana in piccoli gruppetti (5-6 per gruppo). Il compito di questi gruppi era di distribuire volantini ma soprattutto parlare, discutere con la gente che si trovava nel vagone. Scesi nella metropolitana la situazione è stata un po’ dispersiva: gli studenti di biologia hanno cominciato a estrarre dna da una mela vicino alla scala d’ingresso alla metro, e gli altri non sapevano se buttarsi subito dentro i vagoni o aspettare che finisse la dimostrazione scientifica. Comunque al terzo treno, noi di Agraria ci siamo stufati del dna e abbiamo iniziato a interagire con i passeggeri.
Ogni gruppetto aveva la sua tecnica di approccio: io e Stefano distribuivamo i volantini con i fagioli e ci perdevamo a conversare con il primo passeggero disponibile ad ascoltarci. Laura si metteva al centro del vagone e si faceva sentire da tutti, Max faceva il musicista di strada con al collo un cartello recante la scritta “studente che paga la crisi”. Devo dire che Laura era la più efficace, si vede che è un’attivista tosta di Green Peace!
Sta di fatto che tutti hanno fatto che tutti hanno partecipato, distribuendo volantini e discutendo con le persone, e secondo me l’aspetto più bello è stato parlare con i pendolari, perché la gente diceva cosa pensava del movimento dell’Onda: ci siamo fatti un’idea un po’ più precisa e vicina alla realtà su cosa pensano i cittadini torinesi di noi e di ciò che stiamo facendo.
Questo è importantissimo: se smettessimo di avere questo contatto con la realtà potremmo anche smettere di protestare: sarebbe inutile, dobbiamo aprirci alla cittadinanza e non chiuderci nel movimento.
Il volantinaggio in metropolitana ha un impatto forte sulla gente e io proporrei di ripetere l’iniziativa organizzandola meglio: oggi non siamo riusciti a tenere i vari gruppetti compatti, spesso si perdeva tempo a ritrovarsi, oppure si finiva in vagoni dove già altri studenti avevano volantinato prima di noi, tutti problemi logistici dovuti alla nuova “sperimentazione” della protesta fatta in questo modo.
Proporrei anche di lasciare perdere l’assemblea in metropolitana perché le persone vanno di fretta e non si fermano ad ascoltare, sui vagoni invece sono costrette ad aprire le orecchie. Con l’assembla c’è anche il rischio di attirare la polizia che rompe le scatole e spaventa la gente: c’erano parecchi agenti in antisommossa oggi ad aspettarci alla metro. Sui vagoni invece c’erano due agenti della Digos che ci rincorrevano come dei pazzi cercando di seguirci. Noi studenti non eravamo graditi nemmeno alla GTT: alla stazione Massaia ho sentito la voce del ripetitore della stazione che diceva: “Si ricorda ai passeggeri che l’uso della metropolitana è riservato a chi ne ha effettiva necessità”.

Buona mobilitazione!

Luca

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